E' attesa per le 13 la lista degli impresentabili stilata dalla commissione bicamerale Antimafia. "Non rientra nei poteri di uno dei presidenti delle Camere di interferire nei lavori di una commissione bicamerale", ha risposto il presidente del Senato, Pietro Grasso, a Luigi Compagna che chiedeva di bloccare la conferenza stampa annunciata dalla presidente della commissione Rosy Bindi.
E se da un lato impazza il totonomi, dall'altro nella giornata di ieri i quattro candidati alle Regionali della Puglia finiti nel mirino dell'Antimafia hanno fatto sapere che non si ritireranno dalla corsa elettorale che culminerà col voto di domenica 31 maggio quando in Liguria, Veneto, Marche, Umbria, Toscana, Campania e Puglia si eleggeranno i consigli regionali e i presidenti di Regione. D'altronde a fare loro da scudo c'è un esempio illustre, quello di Vincenzo De Luca, candidato della Regione Campania per il centrosinistra, secondo cui la legge Severino è "superabile" e sarà il popolo a decidere, non la giustizia. Proprio ieri la Cassazione ha espresso la sentenza con cui stabilisce che a decidere della sospensione della legge Severino non sia il Tar ma il tribunale ordinario.
Risultato? De Luca, condannato per abuso d'ufficio a cui il Tar aveva concesso di esercitare la carica di sindaco di Salerno sospendendo gli effetti della Severino, potrebbe trovarsi a non poter governare la Campania, qualora fosse eletto. Ora infatti sulla sospensione della sua 'incompatibilità' dovrà ri-decidere il tribunale ordinario - e lo stesso varrà per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris - e il risultato non è scontato. Se fosse giudicato "incompatibile", a quel punto dovrebbero essere il ministro dell'Interno e il presidente del Consiglio a farlo decadere e la carica di governatore passerebbe a un vice, indicato da De Luca. Che ieri sera è stato difeso dal ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, e per l'ennesima volta anche da Matteo Renzi: "La legge Severino è stata applicata due volte e in entrambi i casi i politici sono stati rimessi in ruolo - ha detto il premier intervistato a Virus - è normale che De Luca dica 'se vinco avrò lo stesso trattamento'. De Luca è candidabile ed eleggibile, dopo di che sono i campani a dover decidere".
Il dibattito politico, a 2 giorni dal voto, è stato assorbito principalmente da queste due questioni: l'opportunità di rendere noti i nomi degli impresentabili in zona Cesarini a poche ore dal silenzio stampa e la legittimità della legge Severino. Su entrambe si è pronunciato anche il presidente dell'Autorità nazionale Antimafia Raffaele Cantone, a margine di un incontro alla Corte dei Conti. Su De Luca, Cantone è stato netto: "A me pare che la legge Severino sia chiara. Quando e se De Luca sarà eletto, il presidente del Consiglio farà le sue valutazioni", definendo poi la norma in questione "una legge utilissima e il nostro obiettivo è difenderla". Ma sul verdetto della commissione parlamentare Antimafia, il magistrato è stato più critico. "Credo - ha spiegato - che la commissione Antimafia abbia fatto una scelta politica che ha anche un obiettivo meritorio anche se io sono preoccupato che poi la politica faccia le valutazioni su chi siano presentabili e chi no. Si tratta qui di un bollino blu che viene messo da un organismo autorevolissimo e presieduto da una persona al di sopra di ogni sospetto, che però resta un organismo politico quindi esprime sempre un giudizio politico".
Sempre sulla legge Severino, Cantone ha escluso qualsiasi pregiudizio di costituzionalità e ha ribadito che "l'Anac ha chiesto espressamente al presidente del Consiglio di costituirsi di fronte alla Corte Costituzionale e di respingere l'eccezione di legittimità costituzionale". Tuttavia il presidente dell'Anac, ha stigmatizzato anche i limiti della legge. "Noi chiediamo - ha sottolineato - che la legge Severino venga rinforzata, ma anche migliorata in una logica di sistema. Ci sono molte norme di questa legge che non sono particolarmente chiare. Quelle che riguardano le inconferibilità e le incompatibilità sono davvero poco chiare e rischiano di rendere poco efficace la norma". Sarà presentata tra qualche giorno in Parlamento proprio dall'Autorità nazionale anticorruzione una relazione in cui si evidenziano alcune "discrasie" della tanto dibattuta legge Severino.
Oggi gli ultimi comizi, poi il silenzio elettorale. Traguardo in vista per la campagna elettorale delle regionali, che si chiude oggi in attesa del voto in programma domenica prossima. E', quindi, la giornata degli ultimi appelli elettorali, comizi, incontri pubblici. Domani sarà silenzio pre-elettorale. Renzi ha in programma un appuntamento alle 17.30 ad Ancona, ma la chiusura della campagna elettorale del Pd è in programma a Firenze, alle 21, con un evento al teatro Puccini [...] (Per la serie "un premier che è anche segretario di un partito "imbarca-tutti" che anzichè fare il premier fa i comizi elettorali. Mai visto prima in un paese civile. NdR)
Ma sulla chiusura della campagna elettorale si allunga l'ombra degli impresentabili. Oggi, infatti, dalle 12,45 in poi è prevista la riunione della commissione Antimafia, prima l'Ufficio di presidenza poi la plenaria, in cui verrà resa nota la 'black list' dei candidati compilata secondo le informazioni raccolte dagli Uffici giudiziari e i palettì posti dal codice di autoregolamentazione votato dai partiti [...] (Fonte: "Il Fatto")