Tutta la sfilata è caratterizzata dai cappelli in paglia tenuti in mano, presenti in moltissime uscite, così come le borse da viaggio in vitello. Bruttini i blazer in jersey che, a guardare come cadono sui modelli, non convincono.
Diesel black gold non osa e manda in scena una sfilata molto normale, nè classica nè troppo estroversa, in cui sono da ricordare un inizio sui toni dell'oro e poi svariati outfit che esplorano diverse tonalità di blu.
Qui le foto di Armani:
Ancora una volta, invece, colpisce nel segno Ports 1961, col suo minimalismo lussuoso ed efficace. Da quando sfila a Milano, non sbaglia. Tecnico e sartoriale si mischiano in una collezione dai tagli divini, che però delude un po' nel finale. Nei primi look le grandi stampe check, anche loro in salsa "minimale", sfumano decorando solo parzialmente i vestiti. Gli abiti hanno tagli slim, mentre invece è oversized il camicione in popeline di cotone. Sulle maglie troviamo stampe astratte simili a bolle, le scarpe sono di colori vivaci, come giallo e blu, mentre gli abiti passano dall'argento al giallo, dal verde al rosa. Tutti leggermente metallizzati. Sfilano alcune donne, ed effettivamente il termine della collezione è un po' ambiguo, con un massiccio uso di rosa confetto e stampe dal sapore lezioso e (troppo) femminile. Compaiono anche tessuti quasi trasparenti, ad amplificare l'idea di leggerezza e però (involontariamente) anche quella di femminilità.La frase: "Cavo, ti compvi qvel vestitino vosa? E' così bon-ton! Lo potvesti metteve quando indosso il mio nuovo Diov di Vaf Simons!"Voto: 7-. Una splendida serata che termina con una sbronza esagerata.
Ed ora è il turno delle presentazioni e di chiunque mi sia, inavvertitamente, scampato. Iniziamo da Fendi, che sceglie la location molto suggestiva del 31o piano del Pirellone. La collezione tende al minimal, un minimal che ricorda i giovani talenti british con grafismi e maglie a intarsia. Senza scordarsi l'eredità di maison di pelletteria di Fendi, e così spuntano fuori il coccodrillo, il camoscio, la pelle intrecciata e il pitone. I colori sono perlacei, sono tonalità di blu e azzurro, marrone e cuoio. Azzeccata la scelta della presentazione, con cui si possono ammirare meglio le scelte dei materiali e dei dettagli, senza aver la necessità di creare sensazionalismi da sfilata.
Andrea Incontri sembra ispirato da Robinson Crusoe nel suo racconto-sfilata. Stampe a vimini intrecciato (notevole la giacca), di foreste, tessuti tecnici e leggeri per una collezione che trae linfa dai lavori manuali, come quello di pescatore, "fisherman" in inglese, che troviamo stampato su alcune maglie. Molto presenti delle maglie a grandi righe orizzontali patchwork. Anche loro sembrano di tessuto tecnico. Un'ampia gamma di colori, ma sempre molto sobri: bianco sporco, verde militare, bordeaux, navy... il tutto mirato a entrare stabilmente, e non come capriccio stagionale, in un guardaroba.
Da Belfast vediamo chiaramente l'intenzione del brand di riposizionarsi su una fascia più alta, ambizioso progetto che va avanti da meno di un anno ma sembra dare i suoi buoni frutti. Perchè chi non conosce crisi, luogo comune ma veritiero, è proprio il lusso. La collezione è, naturalmente, incentrata sui capispalla, dal sapore militare. La mente corre subito alla bella FW 2010 di Burberry. Viene molto usata la pelle, anche suede, o di coccodrillo per rifinire i trench. Nei colori e nelle sahariane troviamo suggestioni dall' Africa, mentre la borsa in pelle da viaggiatore è un classico per le sfilate estive. Per ultimo, da notare il maglione leggero, a maglia larga, tricottato, da portare anche sulla pelle. Affascinante, mi verrebbe voglia di comprare ogni singola giacca.
Bocciata MSMG, con una collezione che esaspera il preppy style e il tennis mischiandoli con psichedelici colori fluo, e anche Woolrich Wooden Mills, con una collezione all'insegna della più totale ignavia.Da Marni, come al solito, grande raffinatezza fa rima con estremo minimalismo. La collezione è ricca di stampe e grafismi essenziali, si tirano linee semplici e dritte, senza sconfinare nell'oversized nè nello skinny. Carini i pantaloni con l'estremità colorata (foto 1).
A Firenze aveva invece sfilato, durante il Pitti, Valentino, con cui chiudiamo quest'ultimo post dedicato alle kermesse italiane. Come per l'anno scorso, la premiata ditta Chiuri&Piccioli esplora i volumi oversized e una sartorialità da uomo molto moderna e insieme delicata, ma anche, novità, il camouflage, riuscendo però a non farsi sopraffare dalla stampa militare. La collezione è raffinata senza lasciarsi andare alla nostalgia. Gioca grande importanza la pelle, in camicie, borse, ma anche e soprattutto nelle giacche, dal sapore Balenciaghesco. Da citare, però, sono anche i completi blu, dall'aspetto naturale e informale. Si vede che, per tutto il tempo in cui Valentino uomo è stato in quiescenza, il duo C&P ha osservato qua e là e già ora, alla seconda sfilata, sono riusciti a consolidare uno stile raffinato e insolitamente moderno. Solo, potrebbe risultare un po'... "fredda". Ma diamo tempo al tempo. Un 8-.La frase: "Cavo, cavo! Dov'è finito il tuo tanga di pizzo camouflage? Ti avevo detto che savebbe tovnato di moda!"
E ora... Parigi, a noi due!