ultimo post prima del rientro in patria: nel cuore del Vietnam

Da Dony
Un'ora di massaggio thai dedicata ai miei piedi è servita a rilassarmi, ma non a togliermi il magone.
Due settimane sono volate in un soffio.Stiamo tornando a casa, il Vietnam ce lo siamo gia' lasciato alle spalle.Ora ci troviamo a Bangkok, dove l'aereo ha fatto scalo.Non avendo molto tempo a disposizione per farci un giretto pure qui, ho optato per una coccola al mio corpo che ripercuotesse i suoi benefici anche sulla mia psiche e adesso, mentre siamo in attesa dell'imbarco, vi aggiorno sugli ultimi nostri due giorni di vacanza, che abbiamo trascorso spostandoci nel Vietnam centrale.Memori di quanto accaduto durante il nostro breve soggiorno nel nord del Vietnam, in cui ce ne sono capitate di cotte e di crude, abbiamo pensato che errare è umano ma perseverare è diabolico.Quindi stavolta l'escursione l'abbiamo acquistata in un'agenzia di Rang Beach, con tanto di guida turistica appresso, accogliendo l'idea di una coppia canadese che soggiornava nel nostro resort, a cui poi si sono aggiunti anche una ragazza spagnola ed un altro gruppetto di turisti provenienti da altri hotel della baia.Lo spostamento è avvenuto a bordo di un normalissimo autobus open tour, e questa foto rende benissimo l'apertura mentale del popolo vietnamita nei confronti di tutte le religioni: sul parabrezza infatti potete vedere una statuetta di Buddha, mentre dallo specchietto pende un Crocifisso cristiano.La destinazione di quest'ultima gita fuori dai confini di Rang Beach è Hoi An, una piccola citta' che, per la presenza di numerosi canali d'acqua che l'attraversano
 e quella di un ponte che è il parente povero del ponte di Rialto, ha autorizzato la nostra guida a definirla la Venezia d'Oriente (???).
Indubbiamente con Venezia ha in comune un'atmosfera molto romanticaed un fascino particolare che la rendono una delle perle piu' preziose per chi visita il Vietnam, ma un conto è avere degli aspetti in comunee un altro conto è vantare delle somiglianze inesistenti per giustificare una millantata parentela a mio avviso del tutto fuori luogo.I vietnamiti invece chiamano Hoi An " la citta' delle lanterne di seta ", definizione questa azzeccatissima, grazie ai numerosi artigiani che ci vivono e che fabbricano lanterne utilizzando strisce di seta che vengono incollate su sottili asticelle di bambu'.L'artigianato è la principale risorsa economica di Hoi An.Qui è possibile trovare laboratori dove farsi confezionare abiti su misura nel giro di poche ore, e negozi come questo dove le stoffe coloratissime vengono lavorate e trasformate in tutto cio' che puo' tornare utile in una casa.Nel commercio vietnamita, fatta eccezione per bar e ristoranti, il prezzo deve essere rigorosamente contrattato tra acquirente e venditore.Ebbene, nel suddetto negozio, sborsando due milioni di dong vietnamiti, ovvero l'equivalente di circa 70 euro, tra tende, tovaglie, asciugapiatti, lenzuola e salviette per il bagno, mi sono rifatta tutto il corredo, sotto gli occhi esterrefatti del mio fidanzato che mi ha accusata di essere uno sciacallo e lo sguardo poco felice della proprietaria, che la prossima volta stara' bene attenta prima di sequestrarmi lungo la strada per trascinarmi la' dentro, che a momenti mi staccava pure un braccio.Uno spettacolo di danza vietnamitaa cui abbiamo assistito sempre ad Hoi An.Ma è di notte che questa citta' diventa ancora piu' suggestiva, quando le vie si illuminano grazie alle lanterne, lampioni di seta che riempiono l'aria di mille colori,e le luci si riflettono sulle acque del fiume.Aggiungo un po' di scatti che abbiamo fatto durante i tragitti di andata ad Hoi An e ritorno a Rang Beach, nella varie tappe intermedie che ci hanno fatto conoscere altri volti di questo Paese tutto da scoprire.Il Vietnam centrale pullula di elefanti, che purtroppo, in assenza di mezzi di trasporto moderni, vengono trattati come muli da soma.Con l'arrivo del turismo inoltre c'è chi ha pensato di farne un businesssfruttandoli per scarrozzarci i turisti, in particolar modo quando devono guadare i fiumi da una sponda all'altra.Uno dei tanti piccoli centri dell'entroterra che abbiamo attraversato.Qui la gente si schermisce davanti all'obbiettivo della macchina fotografica, ma quando ci chiedono da dove proveniamo il loro sguardo si riempie di orgoglio nel sapere quanta strada abbiamo fatto per visitare il loro Paese.La religione prevalente è quella buddhista, ma ogni tanto compare alla nostra vista anche qualche piccola chiesa cristiana.Una coppia torna a casa dopo aver fatto la spesa.Giuro che non mi lamentero' mai piu' per il bagagliaio poco spazioso della mia auto.Una risaia, fonte del principale alimento di cui mi sono nutrita in Vietnam.Una cosa che ci ha colpiti favorevolmente è stato vedere molte ragazze occidentali viaggiare da sole o in coppia con un'amica: sotto questo profilo il Vietnam è considerato un Paese molto sicuro, oltre che da un punto di vista piu' generale, non essendo mai avvenuti, ad oggi, attentati di matrice islamica, che invece hanno colpito altri Stati del sudest asiatico.Unica piaga, gli scippi sui lungofiumi, ma alla fine si sa, tutto il mondo è paese.Di nuovo in campagna, chissa' cosa sogna una bambina cresciuta in mezzo al nulla...Uno dei tanti "centri commerciali " all'aperto vietnamiti ;)E con l'immagine dell'ultimo stupendo tramonto che la nostra adorata Rang Beach ci ha regalato per salutare la nostra partenzaora cerco di abituarmi all'idea del freddo che sta per accoglierci a casa nostra, e vi mando un grande abbraccio e l'ultimo pensiero dal continente asiatico.
E' proibito
piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare,
avere paura dei tuoi ricordi.
E' proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realta'.
E' proibito non dimostrare il tuo amore,
far pagare agli altri i tuoi malumori.
E' proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
E' proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
E' proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
E' proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate,
solo perche' le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
E' proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.
E' proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che cio' che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo puo' togliere.
E' proibito non cercare la tua felicita',
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
Non  sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.
Alfredo Cuervo Barrero
E nel prossimo post che scrivero' dall'Italia vi mostrero' finalmente cos'ho mangiato in queste due settimane :)
A prestissimo!


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