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Ultimo rompe l’anello “malato” tra il clan dei Belforte e gli imprenditori dei rifiuti. Tre arresti

Creato il 23 novembre 2011 da Yourpluscommunication

di Alessandro Ambrosini


Ultimo rompe l’anello “malato” tra il clan dei Belforte e gli imprenditori dei rifiuti. Tre arresti

Alle cinque di questa mattina, il colonnello Ultimo, con il capitano dei Carabinieri Pietro Rajola Pescarini che coordina il Nucleo Operativo Ecologico di Roma, ha sferrato l’ennesimo attacco vincente alla criminalità organizzata. 
A subirlo il clan Belforte di Marcianise o detto anche Clan dei Mazzacane , uno dei gruppi di fuoco dei famigerati Casalesi. 
E’ una storia di riciclaggio, bancarotta fraudolenta, estorsioni, minacce, omicidi che hanno chiarito alcuni punti fondamentali di come il crimine si sia inserito, in modo apparentemente legale, negli appalti inerenti lo smaltimento dei rifiuti. 
Apparentemente legale nella forma però, perché la sostanza è un riassunto di metodi coercitivi degni della fama dei Belforte
Ultimo rompe l’anello “malato” tra il clan dei Belforte e gli imprenditori dei rifiuti. Tre arresti

Tre arresti che si aggiungono ad altri 18 avvenuti nel corso dell’anno, arresti che riguardavano due dei tre soggetti a cui è arrivato in carcere anche il provvedimento odierno. Salvatore Belforte, Domenico Belforte e l’insospettabile De Vita Salvatore: questi sono i nomi che compaiono nella richiesta di misure cautelari e dietro cui si nasconde un mondo che si insinua nel apparato produttivo del Paese. 
Proprio l’insospettabile De Vita è uno degli elementi più interessanti dell’inchiesta. 
E’ l’anello tra il mondo dell’imprenditoria e il clan camorrista. Anello decisamente mortale per chi si trova nella sua sfera d’interesse. 
E’ il legale rappresentante della ECOPARTENOPE s.r.l e con DE VITA Pasquale, DE VITA Marco, MINOPOLI Luisa, GUADAGNO Maria, usufruendo dei capitali criminali dei Belforte, acquista quote della Pisa Ambiente s.r.l e della Green Port S.c.a.r.l. La sua zona di influenza partiva dalla provincia di Caserta e, precisamente, nel Comune di Marcianise, con ramificazioni anche nei Comuni limitrofi tra cui Maddaloni, Casapulla, Caserta, San Marco Evangelista, Casagiove, Santa Maria Capua Vetere e Capodrise per arrivare fino al frosinate. 
Per conto e con il supporto del Clan dei Mazzacane, De Vita taglieggiava gli imprenditori nel campo dello smaltimento dei rifiuti, venivano minacciati con armi e altri atti intimidatori ed erano costretti a pagare tangenti o a impegnare i propri mezzi di trasporto per agevolare il trasporto dei rifiuti a meno della metà del loro valore di mercato e cambiare etichette nel formulario dei rifiuti, da «pericolosi» a «non pericolosi». 
Chi non si adeguava, inoltre, veniva estromesso dagli appalti.


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