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Ultimo tango a Parigi – Bernardo Bertolucci

Creato il 02 dicembre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

2 dicembre 2013 Lascia un commento

Ultimo tango a Parigi
"Ultimo tango a Parigi" e’ quella roba che sta prima e dopo l’imburrata.
Su su, non siamo ipocriti e confessiamo di aver voluto vedere il film in prevalenza per quello o quantomeno state leggendo per sapere che ne diro’.
Lui vedovo e fancazzista, lei ricca viziata e fancazzista, tanto, tantissimo tempo libero per fare un bel po’ di sano movimento antistress nei pomeriggi quando i borghesucci lavorano. Dimenticato qualcosa? No.
Lui, Brando e’ costruito su misura per l’occasione, uno che ha fatto il rivoluzionario in Sudamerica e il giornalista in Giappone che e’ un po’ come dire croupier a Casablanca e batterista ad Harlem, uno dei fenomeni che s’imbarcano su un cargo battente bandiera liberiana per capirci.
Sfoggio di fantasia alle stelle anche perche’ costruire un personaggio affascinante su uno che fa i turni in fonderia da mezzanotte alle otto del mattino, sarebbe andato oltre le capacita’ del Bertolucci scrittore.
Lei fondamentalmente la da’ ma con un seno cosi’ sarebbe uno spreco il contrario. Deve anche sposarsi, elemento importante nel pallosissimo tentativo di mettere in discussione la famiglia borghese, del resto l’argomento tra i due durante l’atto improprio – si perche’ parlano, parlano, parlano, di niente ma parlano anche li’ – e’ proprio quello in un sottile e raffinato simbolismo che giusto giusto Pasolini, uno che d’in…burrate ne sapeva qualcosa, aveva portato avanti con quel raffinato capolavoro che fu "Teorema".
Qua si scherza ma purtroppo e’ ormai nota la violenza, questa volta reale, ai danni di Maria Schneider, allora ragazzina appena ventenne ma le indignate e mentecatte nostrane hanno altre mire e uno come Bertolucci continuano ad applaudirlo ugualmente, tra una fiaccolata contro la violenza sulle donne e un’invettiva telecomandata su Facebook.
C’e’ anche Jean-Pierre Leaud per far contenti i francesi e nouvellevagueani del mondo unito.
Naturalmente non e’ tutto qui, no e che diamine. C’e’ un massaggino alla prostata, topi morti, oltraggio di cadavere, schiaffoni in metropolitana, masturbazione in sala mensa e roba cosi’, il cinema degli altri, quello importante, quello impegnato, quello che solo gli eletti capiscono, in gran spolvero insomma.
Finale con lei che spara a lui, senza un vero motivo, inutilmente, del resto il niente o lo termini col botto o con altro niente ma cosi’ non sta bene.
E il cinema. Si c’e’ anche quello. Bertolucci conosceva gia’ allora il suo mestiere per quanto ancora una volta, il merito lo si debba a Storaro, senza il quale non ci sarebbero abbastanza mucche al mondo per produrre il burro necessario a far parlare di questo film.
Comunque citatissimo, fossi Bertolucci mi sentirei molto frustrato  che un mio lavoro fosse ricordato per qualche banalita’ d’effetto per quanto sono certo, sia stato voluto come sola speranza di successo, un po’ come conquistare attenzione scoreggiando rumorosamente al centro di una piazza trafficata. Contento lui.
Ah, dimenticavo, il fattaccio sta verso 1 ora e un quarto di film, giusto per arrivare al dunque senza perdere tempo col resto anche perche’ il resto non esiste. Un film che e’ una  vera in…burrata.

Scheda IMDB


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