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Ultra-suoni dall'inferno: "Bad as me" by Tom Waits

Creato il 15 dicembre 2011 da Tizianogb

Ascoltare l'ultimo lavoro di Tom Waits, "Bad as me", è come prendersi una fucilata in pieno petto e rimanere vivo per poterlo raccontare in giro.
Non esiste e non esisterà mai - ne sono più che sicuro - un album di Tom Waits che si possa considerare meno che un capolavoro, e "Bad as me" conferma in pieno questa regola non scritta (anzi, adesso è pure scritta).
Entusiasmi da stato di adorazione a parte, non voglio certo dire che il vecchio Tom non sbagli mai un colpo. "Real Gone", seppur bello, era troppo spigoloso per i miei gusti... e i due live ufficiali,  "Big Time" e il recente "Glitter and Doom", troppo brevi per intrappolare interamente la genialità di Waits sul palco.
Ma "Bad as me" è bello oltre ogni dire: puro Waits al 100%. "Bad as me" è la summa di una carriera musicale che pochissimi artisti possono vantare: chiunque voglia avvicinarsi al genio di Waits farebbe bene a comprarne una copia immediatamente. Questo è un ordine!

Per farla breve, il vecchio Tom ha fatto di nuovo centro. Le canzoni di "Bad as me" sono quanto di meglio Waits abbia scritto da un po' di tempo a questa parte: dalla splendida e bastarda "Chicago" fino ad arrivare alla dolcissima "New year's eve" non c'è brano, in "Bad as me", che non riassuma fulgidamente la poetica senza tempo, troppo bella per essere cristallizzata in un periodo storico, di uno dei più grandi song-writers mai esistiti e ancora in vita: mr. Tom Waits.

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