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Ultracafonal - Roberto D'Agostino

Creato il 09 gennaio 2011 da Alboino
Ultracafonal - Roberto D'Agostino
“Un viaggio nella mignotteria italiana uscito dal ventennale laboratorio del signor B che balla il bunga bunga come a un rave. La nuova Dolce Vita condita da diversamente giovani plastificati e dita nel naso, hostess seminude e apparitori di professione, abili gamblers e potenti che s’ingozzano”. “Ultracafonal” di Roberto D’Agostino e Umberto Pizzi è tutto questo e forse qualcosa di più e allora la domanda è legittima: ma davvero siamo così orribili, così sfatti, così volgari?, e cosa ci ha reso così rincitrulliti, disperati, in vendita per un niente, tagliati fuori dalla vita? Pronta la risposta “la fine della politica, la superbia, la paura della morte, la moda, la chirurgia estetica, la mascalzonaggine, la pazzia, il sesso. Il dito medio di Bossi, il puttanesimo della maggior parte delle italiane, l’ignoranza, il denaro, il Tg di Minzolini, le grandi opere, i tacchi a spillo per sembrare ancora più troie”. Eccoci sempre e più sulla giostra del divertimento: ladri puttane sottosegretari escort vegliarde capipartito capimafia notai petrolieri stripteaseuse mogli eccellenti giornalisti sarti modelle! Non più alta società, ma nemmeno pura e semplice società; niente jet set o café society quella è altra roba, nemmeno glam society; quella rappresentata da Pizzi e didascalicamente raccontata da D‘Agostino è una cosa liquida, “un liquame dove entra di tutto”, la punta di un iceberg che ha infettato la società italiana mettendola sul baratro della vera e propria immondizia. Tutti uniti appassionatamente vip ed emeriti sconosciuti tutti alla stessa festa originale o ricalcata in qualche balera romagnola “davanti agli stessi banchetti con gli stessi chef e le stesse dentature brillantate e spalancate nella risata e le stesse abbronzature e stessi vestiti troppo stretti su corpi più magri o più obesi e tacchi se possibile ancora più assassini e gioielli o zirconi ancor più enormi e certi approcci erotici mimati con sempre meno voglia e con una attività inesistente”. Del resto come si fa a provare desiderio e a concretizzarlo assediati da quelle cosce grossolane esposte, da quelle natiche che emergono villane da tanga invisibili, da quelle facce arrossate e frastagliate, sopratutto da quelle bocche offesa degenere della natura umana. I tempi in cui ci si trovava per discutere di cinema, libri, politica, sono lontani: al massimo qui come nelle discoteche di Milano Marittima si emula il capo e si raccontano lise barzellette.
Il libro di D’Agostino fa riflettere e sorridere amaramente dell’Italia in cui viviamo, dell’Italia che crede di rappresentarci e che invece rappresenta solo e sempre se stessa nel momento più abietto, quell’Italia ormai agognata e ricalcata dai molti e dalle molte perse persi nella spazzatura più nauseabonda. E riflettendo sulle immagini e sulle didascalie (Beauticul, Burka-tini alla romana, Aporcalypse now, i Caltariccone, i Letta-Letta), di questa bellissima strenna natalizia l’idea è quella di proporre settimanalmente immagini – tanto ormai siamo in piena Inciviltà dell’immagine - da questo mondo lontano e commentarle come più si addice a questa classe di “...ONI” sventurati.
E per cominciare questa carrellata Renata Polverini che, eletta governatrice, brinda con i camerati tra spumantini che ejaculano bava millesimé che cola dalla bocca vittoriosa del neo presidente della Regione Lazio. E’ lei il ritratto più autentico di questi due anni, il ritratto di un potere godereccio e mangereccio, il ritratto della donna italiana che trova l’unica estetica possibile in quella del porno. Provate a immaginare in un momento di intimità cosa può colare dalla bocca della Polverini e il gioco è fatto.
Ultracafonal - Roberto D'Agostino

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