Ibiza? Miami? Mykonos? Troia!
Nel 700 a.C. le vacanze-devasto si fanno a Troia!
Lì ci sono bianche spiagge, locali, discoteche, ristoranti e casinò, insomma una città pronta ad accogliere chiunque.
Da lì l’utilizzo del nome come sinonimo di apertura.
L’idillio però s’interrompe una notte a causa di un grave incidente causato da un gruppo di napoletani (che poi sono di Caserta, ma in Campania si dicono tutti napoletani): per fare uno scherzone, i ragazzi costruiscono un cavallo di legno gigante, lo coprono di fiori e di sciarpe del Napoli, e vi si nascondono al suo interno. I troiani lo prendono per un nuovo gadget di Radio Deejay e lo portano in città con grandi festeggiamenti. A notte fonda i napoletani escono allo scoperto lanciando per le strade quintali di fuochi d’artificio illegali tra cui la famigerata Bomba di Maradona.
In breve tempo l’innocente bravata degenera in uno spaventoso incendio che devasta la città.
Ah, la creatività dei napoletani di Caserta…
Quella fatidica notte a Troia, tra un open bar e pool party, c’è anche Ulisse Zampetti, rampollo di ottima famiglia, il cui babbo possiede tutti i migliori alberghi di Itaca. Ulisse è andato a Troia con la barca del papà insieme agli amici dell’università per spararsi una settimana da veri bomber all’insegna di nuove malattie veneree tutte da scoprire.
Ma ora che le cose stanno precipitando, Ulisse e la sua cumpa, in un momento di vaga lucidità, decidono di andare al porto e ripartire con la barca verso casa “perché qui sta bruciando tutto: se graffio il veliero il papi mi requisisce la biga 4×4”.
Salpati da Troia in fiamme, che vista dal mare sembra un barbecue di pasquetta, impostano la rotta per Itaca ma… Cazzo! Nel “fuggi fuggi” generale si sono dimenticati il navigatore satellitare in albergo!
Così i ragazzi sono costretti a veleggiare servendosi solo di bussola e astri, come i veri marinai!
Sostanzialmente navigano alla kutso di cane.
Nel frattempo a Itaca le cose non vanno meglio: il babbo di Ulisse, indagato per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta, molla tutto e scappa con una babilonese di vent’anni in un paese tropicale oltre le Colonne d’Ercole, ove la longa manus di Zeus o del fisco non può arrivare.
La famiglia di Ulisse si ritrova improvvisamente piena di debiti e sua madre Arianna, milf mediterranea di notevole fattura, decide di fare un casting per trovare un nuovo ricco marito che preservi il loro stile di vita: pellicce e motorini non si comprano da soli, c’è bisogno di un pollo per certe cose.
Per tale motivo la villa della signora Arianna viene ben presto invasa da rampanti single brizzolati di tutte le razze e il motto di casa Zampetti diventa “GEORGE CLOONEY IS INSIDE!”
Riuscirà Ulisse a riportare in salvo il veliero e i suoi amici a Itaca nonostante abbia una patente nautica ottenuta con una mazzetta alla capitaneria di porto di Mergellina?
Riuscirà la signora Arianna a capire chi tra i suoi pretendenti ha davvero un lauto conto in banca e non millanta ricchezze e cazzate?
Riuscirà Putin a invadere anche l’Alsazia-Lorena?
Lo sapremo nella prossima puntata di ULISSE’S ROAD TRIP
P.s. L’autore è di Napoli quindi si permette il lusso di fare battute sui napoletani et similia senza per questo poter essere tacciato di razzismo/leghismo/salvinismo e altre gravi malattie neurodegenerative.
P.p.s. Se qualche saputello o qualche fariseo sta pensando che la tipa si chiamava Penelope e non Arianna, sappia che la Penny è la ragazza dell’Ulisse e non ho ancora deciso se farla entrare nella storia o meno.
di Marco Improta All rights reserved