Quante più cose l’uomo trasferisce in Dio, tante meno egli ne ritiene in se stesso. La critica della religione approda alla dottrina che l’uomo è per l’uomo l’essere supremo. Approda quindi all’imperativo categorico di rovesciare tutte le condizioni sociali in cui l’uomo è un essere inferiore, asservito, abbandonato, spregevole.
INDOVINA L’ INDOVINELLO:
CHI HA SCRITTO QUESTE
FILOSOFICHE RIFLESSIONI?
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DIO
Onnipotente, cui l’antico cielo del mondo guarda,
unico sempre sotto mille nomi,
eppure irraggiungibile per numero ed età,
con quale degno nome, se uno c’è,
t’invoco, a noi ignoto e a te gradito,
nome per cui l’immensa terra trema
e gli astri erranti arrestano le orbite veloci?
Tu solo, tu molteplice, tu primo
ed ultimo, mediano e dopo il mondo,
fine infinita delle opache fugaci.
Altissimo, tu osservi dal principio
il vortice dei duri fati umani,
le nostre vite travolte dal tempo
per poi tornare alle sfere superne, perché al mondo
ritorni quanto ha perso nel produrre
e rientri nel fluire temporale.
Tu – se pure concesso in te affiggere la mente
per scrutare il sacro volto, -
dove racchiudi immenso gli astri
e cingi il vasto etere, tu forse
sotto figura vorticosa di fulminee membra,
sei, vagamente, un bagliore di fuoco, un igneo raggio
con cui abbagli tutto e tutto vedi
e oscuri il nostro sole e il nostro giorno.
Tu sei l’intera stirpe degli dèi,
la causa e forza delle cose e tutta
la natura, dio solo incalcolabile;
tu pieno d’ogni sesso, per te un tempo nacque
questo dio, questo mondo, questa sede
d’uomini e dèi, o tu lucente, augusta stella
e fresco fiore. Ti prego, sii benigno
e dammi di conoscere perché fu creato il mondo,
e come nacque o venne fatto; dammi
di sapere le cause eccelse, o padre, e con che leggi
un giorno sospendesti al cielo il peso
dei mondi, e le particole con cui tessesti l’anima
armoniche e dissimili, e qual è
il principio vitale delle stelle.
-TIBERIANO-