Il potere è sempre uguale, quando pretende vuole essere soddisfatto. Cosa avrebbe fatto un santo normale, concreto, possiamo dire banale? Avrebbe fatto guarire il giovane e raccolto le prebende. Troppo semplice e non in linea con la mentalità alessandrina. Il buon Baudolino parlò a lungo col re e lo convinse che non c'era niente da fare; il giovane sarebbe morto e che si mettesse l'animo in pace. Liutprando convinto se ne andò in lacrime, ritirando le intenzioni malevole e sostituendole con opere buone. Ecco il miracolo all'alessandrina. Così, pensando a queste cose ho ripreso in mano il Baudolino del mio conterraneo Umberto Eco, libro che mi sono gustato moltissimo e che vi invito a scorrere se ancora non lo conoscete.
E' uno dei suoi libri più gustosi. La storia di un picaro alessandrino chiamato proprio Baudolino in onore del Santo, mentitore e intelligente e della sua folgorante carriera, in cui verità e menzogna si mescolano in maniera indistricabile fino alla fine. Un affresco medioevale stupendo e divertente, con l'imperdibile incipit di un intero capitolo in una lingua inventata tardo latino-dialettale, che vale da sola l'intera opera, che tanto essendo ormai nei tascabili costa anche poco, per dirla all'alessandrina. Perchè la nostra testa funziona così, cari miei, troppo smagati e poco inclini all'entusiasmo, sempre pronti alla critica distruttiva e allo stare a guardare le altrui iniziative con incredulità. Per questo la città è sprofondata in una decadenza senza speranza. Se escludiamo l'800, in cui proprio da qui è partita l'idea di una rivoluzione che ha condotto all'Italia unita e, sull'onda di questo entusiasmo, la città è rifiorita fino agli anni 30 del 900, è poi cominciato l'inarrestabile declinio, la cui responsabilità o il merito va ricercata soprattutto nella testa dei suoi abitanti.
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