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Umberto Eco, Come viaggiare con un salmone. E su come viaggiare con Eco…

Creato il 04 marzo 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
image_7936.pngdi Giuseppe Leuzzi. Tutta roba stagionata, sull’“Espresso” (sono le “Bustine di Minerva”, la rubrica periodica di Eco – per tre quarti, 35 pezzi su 45, ripresa peraltro da una raccolta del1992, il “Secondo Diario Minimo”). Ma si gusta come nuova.

La rivalutazione del raffreddore, esiziale nei viaggi aerei. Lo spam che moltiplica l’effetto serra – leggere per credere. Ironico, satirico, curioso. Chiaroveggente: la notorietà come bisogno primario, una dozzina d’anni fa. Con l’identikit dei nostri maggiori politici allora a venire, Salvini, Renzi, Grillo, esibizionisti dall’adolescenza. O internet, della solitudine per “eccesso di contatto umano”. E la messa in guardia contro le vedove degli Autori – “il postero, si sa, è di bocca buona”. Autorionico? C’è anche un baedeker per “evitare di cadere nel complotto” – scritto l’anno dopo “Il cimitero di Praga”, il cimitero dei complotti.

Scritti parodistici, un genere che Eco ha abbozzato dagli inizi da pubblicista, per la rivista iperletteraria “Il Verri”, nel 1959-1961, curatore della rubrica “Diario minimo”. A libertà non vigilata, come diceva presentando il “Secondo diario minimo”: “Tale è la ventura della parodia: che non deve mai temere di esagerare”, ci sarà qualcuno che farà, “senza arrossire”, ciò che voi avete ridicolizzato. Il primo e il secondo “Diario minimo” erano anche pieni di “divertissements allo stato puro, privi di intento critico e moralistico”. Ma della critica, seppure col sorriso, non sapeva fare a meno, e aveva ragione: qualcuno viaggia col salmone “senza arrossire”.

Umberto Eco, Come viaggiare con un salmone , La nave di Teseo, pp. 206 € 10


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