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Umberto Palazzo – Canzoni della notte e della controra

Creato il 05 dicembre 2011 da Mdalcin @marcodalcin

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«È quasi un mese ormai che non rifaccio il letto, l’ipocondria mi ha preso m’ha ingarbugliato il petto, si sta così ancora un po’ sbalorditi e senza volontà.»

Esistono personaggi nella scena musica italiana che non hanno intenzione di primeggiare. Fanno il loro mestiere, lo fanno meglio di molti altri, ma non si parlano adosso, non spiegano che sono migliori, non cercano ossessivamente di convincerci che sono i più bravi, non lavorano ad eventi di facciata per promuovere la cultura o tanto meno la scena rock italiana, che in fin di dei conti, lo sappiamo bene, appartiene ai soliti noti, una casta fintamente democratica (come tristemente accade in tutti i settori in Italia, dalla politica alla letteratura, al cinema, come ben diceva Castellitto in quel film, non del tutto riuscito, di Virzi “Caterina va in città”: solo chi appartiene a “conventicole” avrà la strada spianata)

Palazzo con il passare degli anni e degli ottimi album prodotti ha aumentato la sua popolarità, e la sua rispettabilità è naturalmente cresciuta. Probabilmente troppo diretto e onesto intellettualmente per piacere a chi conta, non appartiene a nessuna cricca di sorta. Il suo ultimo lavoro dimostra in modo inequivocabile la sua propensione ad essere un outsider, un indipendente al 100 per cento. Il suo “comporre” è caratterizzato da un lato da folgorazioni poetiche istantanee di rara bellezza e dall’altro da uno studio e da una ricercatezza puntigliosa, ad esempio nella ricerca del suono giusto al momento giusto. Umberto ha il buon senso di sapere porre dei limiti all’estro creativo, ha l’intelligenza di far precipitare le sue idee in brani solidi e strutturati.

Il suo talento poi si estrinseca nella sua capacità di armonizzare e amalgamare elementi sonori più disparati (sono presenti un mescolanza di suoni che fanno pensare, immaginare, sia ad un torrido sud ma anche, per converso, ad paesaggio nebbioso e tipicamente inglese) in un flusso indistinto di suoni e visioni che ci ipnotizzano e allo stesso tempo graffiano in profondità la nostra anima. La sue canzoni scavano dentro e, per quanto nessun elemento della sua musica sia fuori posto, non sono canzoni perfette, perchè quello che conta è la ricerca di Umberto, la sua tensione verso la bellezza oltre le mode, oltre il contingente, oltre la propria idea di musica, oltre se stesso, per avvicinarsi pericolosamente a quel territorio indefinito dove l’arte con la A maiuscola dovrebbe traghettarci.

Superfluo parlare a quali artisti paragonare un album originale come questo, anche se la presenza di Nick Cave è evidente, magari solo per un passaggio, un intuizione, una parola…ma si sa che i riferimenti che si citano hanno il tempo che trovano, dipendono più dalla passioni dell’ascoltatore che dalle reali influenze del cantautore.
Un album importante, bello ed estremamente serio, che probabilmente passerà inosservato, di un autore maturo e che crescendo, come tutti i veri autori, sta mettendo a frutto la sua esperienza di musicista e uomo.
Ascoltalo in streaming su rockit

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