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Umbria – aumentano le tasse e i direttori pure

Creato il 24 ottobre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Darko Strelnikov

Come fa Letta ad affermare che le tasse non aumenteranno? Semplice con il solito trucchetto che trasferisce in periferia i balzelli. Tasse locali al posto di tasse nazionali, così il Governo non si sporca. Si sporcano i Sindaci e si sporcano male. Volete degli esempi? Il Comune di Perugia ha annunciato che aumenterà tutte le tariffe possibili e immaginabili. Una cosa che faranno anche molti altri comuni umbri. Ma non basta! Le decine e decine di aziende pubbliche locali, causa una gestione “allegra” e (qualcuno dice) clientelare, essendo in rosso per centinaia e centinaia di milioni di euro, vengono tenute “artificialmente” in vita (in realtà alcune di esse come Umbria Tpl sono economicamente fallite già da un pezzo) con aumenti del costo dei servizi, dei biglietti degli abbonamenti, dei contratti e di quanto fa balzello. La scusa è che il Governo taglia i fondi alle autonomie e quindi questo è l’unico modo per non mettere in mezzo a una strada migliaia di dipendenti e di famiglie. Mica vero! Perché con l’aumentare delle tasse, aumentano anche i direttori. Sviluppumbria e Umbria Tpl ne hanno, ne hanno avuti o probabilmente ne avranno ben 5 a busta paga. Costo un milione tondo tondo. Se prediamo il complesso delle decine e decine di aziende pubbliche che si interessano di acqua, rifiuti, sanità e altre cose la cifra decuplica. Per non parlare dell’indotto (pulizie, lavanderie, sociale, assistenza ecc.) che si foraggia con il denaro pubblico e paga i lavoratori 4 euro l’ora e i dirigenti 50 euro l’ora. Una cifra che non tende minimamente a diminuire. Secondo i maligni è il costo del “sistema di potere” per poter restare a galla. Quello non si abbatte, si pastura. Tutto questo a fronte di una situazione economica regionale disastrosa e più grave che nel resto d’Italia. Un dato per tutti. Quelli degli Asili nido. Prima c’erano le liste d’attesa, adesso ci sono i posti vuoti. Effetto dell’impossibilità per alcuni di pagare le rette e del fatto che adesso, dopo i licenziamenti e la cassa integrazione, a casa c’è sempre qualcuno che può “badare” i bambini. Non c’è quella scossa che l’emergenza richiederebbe agli amministratori. La soluzione alle pene dei cittadini è sempre quella. Si spennano i soliti noti e si ingrassano i soliti amici. Se no questi chi li ricandidaderebbe?

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Commento: Ci viene da aggiungere… ma questi chi li ha eletti o nominati? Non si sapeva che sarebbero finiti sulla groppa dei contribuenti? Oh si che si sapeva, però i Comuni ci fanno sapere che senza soldi saranno costretti a tagliare i servizi, gli asili, la manutenzione delle strade, aumentare biglietti degli autobus, i parcheggi, mica le consulenze o i dirigenti o i finanziamenti “culturali” inutili, a festival vari, e sovvenzioni a pioggia  agli amici degli amici. Però  il disoccupato che non riesce nemmeno a fare la spesa che vuole? di che si lamenta? Avrà la pancia vuota ma sarà un affamato colto, …vuoi mettere? F.L.R.



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