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Umbria – Una Regione da riscrivere

Creato il 29 novembre 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Ciuenlai

Non hanno voluto sentire le critiche e gli stimoli a cambiare, hanno continuato a chiudersi nei palazzi, hanno privilegiato un rapporto oligarchico con la loro base e il risultato è che un’intera classe dirigente è stata “rottamata”, in una sola notte, dalle primarie del centrosinistra. Solo la Lorenzetti ha tenuto botta nella sua Foligno. Boccali le ha prese sonoramente a Perugia, dove la volontà di cambiamento non si è manifestata unicamente nel voto pro Renzi, ma anche nel risultato di Sel, un Partito che pur disponendo di un pugno di volontari e senza alcuna rappresentanza istituzionale nei principali enti locali (Regione, Provincia e Comune), è riuscito a superare la soglia dei 2000 voti. Ma Boccali è un bersaniano in buona compagnia. Le hanno, infatti, prese di santa ragione anche la Governatrice Katiuscia Marini nella sua Todi, l’assessore regionale Fernanda Cecchini a Castello (che botta!), l’Assessore Regionale Tomassoni e i mitici Sindaci bersaniani del Trasimeno, Cintioli a Spoleto e Bocci in Valnerina. Ma c’è di più. Il risultato di Terni, pur largamente favorevole ai seguaci del segretario, non deve trarre in inganno. In termini assoluti vale molto meno, che in termini percentuali. Nell’intera Provincia ternana ha votato un numero di elettori praticamente uguale a quello del solo capoluogo umbro. Lì, Più che Bersani, ha prevalso l’astensione, che non è proprio un segnale positivo nè per chi vince, nè per chi perde. Il risultato è stato che il gota della politica umbra, il cerchio degli “intoccabili” è stato sconfitto dal tifernate Luca Secondi, dal Castigionese Alessio Meloni, dalle Perugine Lavinia Pannacci e Elena Chioccoloni, dal tuderte Valentini e dalla corcianese Nadia Ginetti. Da forze fresche che solo a vederle oggi parlano di futuro alla gente, “a prescindere” da quello che dicono o propongono. E’ la testimonianza della grande voglia di cambiamento che c’è in giro. Una voglia che l’attuale classe dirigente della nostra regione non è stata in grado di intercettare e, soprattutto di capire, perché tutta presa a fare organigrammi, Presidenti e direttori. Se Guasticchi e Leonelli mettono astutamente in campo la “meio Gioventù” e Bottini noiosamente la nomenclatura, il risultato non può essere che continuare ad essere quello di domenica scorsa. Un risultato che, inevitabilmente, aprirà una stagione tutta da riscrivere.



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