UN ABITO DA SPOSA MACCHIATO DI SANGUE (1972) di Vincente Aranda

Creato il 13 giugno 2011 da Close2me

Opera giovanile dello spagnolo Aranda, che dirigerà molti anni dopo il pluripremiato Amantes – Amanti (1992). Il film si ispira al racconto Carmilla di Sheridan Le Fanu, rielaborato dal talentuoso regista in maniera surreale ed attraversato da un approccio ideologico velatamente femminista.
“Susan, giovanissima sposina, in viaggio di notte raggiunge con il marito il castello che lo stesso ha ereditato da una famiglia comprendente Mircala Karstein, trovata morta accanto al cadavere del marito da lei stessa ucciso durante la prima notte di nozze. Susan finisce per preoccupare il marito a causa degli incubi notturni durante i quali dice di vedere una certa Carmila che, tra l’altro, incontra anche nel bosco vicino. Il mistero si complica quando il pugnale, già servito per il delitto Karstein, ricompare nelle mani della piccola Carol – figlia dei custodi – e nelle mani della stessa sposa novella”
Vittima della censura spagnola a causa delle numerose scene di nudo (piuttosto ardite per il tempo), il film fu fondamentalmente la risposta spagnola alla cinematografia erotico-vampirica del transalpino Jean Rollin (Fascination, La vampira nuda). Con distinguo non secondari, soprattutto per quanto riguarda l’elemento narrativo, qui classicamente lineare ed interrotto solo raramente da momenti di puro delirio visivo (la “donna nella sabbia”, il crudele epilogo di sangue).
In aggiunta, i quasi quarant’anni l’opera di Aranda li dimostra tutti: se l’aggettivo datato può apparire troppo forte se non inappropriato, certamente la messa in scena dimostra una specificità profonda che, se in Rollin diviene tratto stilistico precipuo, psichedelico e fondamentalmente artistico, qui sembra risolversi in scelte spesso dettate da esigenze produttive.
Peccato perché, come anticipato, la rilettura antropologica e sessuale dell’opera di Le Fanu – che il regista contrappone al rude maschilismo incarnato dall’attore Simon Andreu, icona assoluta del cinema spagnolo) – fu geniale oltre che coraggiosa, svecchiata del modello di riferimento classico al vampirismo. Sublime la fotografia di Fernando Arribas, che infatti ritroveremo in ben due capolavori indiscussi del thrilling Italiano, entrambi diretti da Luciano Ercoli: La morte cammina con i tacchi alti (1971) e La morte accarezza a mezzanotte (1972).


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