Il 29 gennaio 1921 dall’hangar appositamente costruito dalla Società Caproni sul lago Maggiore nei pressi di Sesto Calende, che ha al suo attivo tutta una serie di aerei in particolare da bombardamento che hanno avuto un ruolo importante per la conclusione positiva per noi e i nostri Alleati del 1° Conflitto mondiale, viene spinto in acqua un grande idrovolante dalla forma decisamente inconsueta…
Le ali, nell’architettura triplana già impiegata dalla Ditta per alcuni suoi bombardieri, sono sistemate a tre blocchi lungo tutta la fusoliera, non è certamente aggraziato e snello ma sicuramente è grande nel suo colore bianco di tutte le sue superfici che visivamente ne aumenta le dimensioni già considerevoli, le ali sono larghe 30 metri e la fusoliera oltre 23 metri. I motori poi contribuiscono non poco a renderlo un vero e proprio “mostro” con le ali: sono ben otto, tra distribuiti nella parte anteriore e quindi con elica trattiva, tre posteriori nella stessa posizione ma con elica spingente, e due – uno traente e l’altro spingente- in una lunga trave che percorre tutta la lunghezza della fusoliera.
Secondo le testimonianze dell’epoca il velivolo effettuerà un breve volo, ripetuto poi il 14 febbraio ma un successivo volo in marzo lo porterà ad urtare al decollo con la coda subito dopo la superficie dell’acqua con l’estremità dell’ala: ormai incidentato si cercherà di riportarlo a riva ma nel corso del viaggio tutta la costruzione collasserà.
Si chiuderà cosi la storia di una macchina, progettata dall’ing. Gianni Caproni e costruita con la denominazione di Caproni Ca 60 “Transaero” che negli intendimenti del progettista avrebbe portato ad un deciso passo in avanti (era prevista la sistemazione a bordo di un centinaio di passeggeri) il trasporto aereo commerciale italiano, con la possibilità di voli anche transatlantici. Non era però il momento di spingersi così avanti con l’industria aeronautica non ancora pronta, a pochi anni dal termine del conflitto, ad un “passo” decisamente importante con degli investimenti notevoli che sarebbe strato estremamente difficile riuscire a trovare.
Carlo d’Agostino
Giornalista aeronautico, Carlo d’Agostino ha all’attivo diverse pubblicazioni di carattere aeromodellistico e storico-aviatorio fra le quali ricordiamo “SM-79. Il gobbo maledetto”, “SISA. La prima compagnia aerea commerciale italiana” e “C’era una volta un campo di volo. Storia dell’aeroporto di Gorizia”