Ripetono per circa tre ore.
Ata parla, s'interrompe, dimentica i nomi, le date... lui la corregge, la incoraggia, disegna uno smile accanto ai punti più difficili da ricordare.Fuori comincia a imbrunire.C'era ancora il sole quando sono venuti, ora la luna si affaccia timida dietro le nuvole.Lei si strofina gli occhi."Mi sento la testa svuotata".Filippo la guarda comprensivo."Se sei stanca ci fermiamo. Abbiamo fatto abbastanza, oggi".Ata fa di sì col capo.Non vuole andare via, però.Non chiude i libri, fissa senza leggere una pagina, temporeggia, si sforza di trovare qualcosa da dire, per prolungare la vicinanza con lui, per gustarla ancora un po'.Ultimamente non si vedono più come prima.C'è sempre Iva tra loro.Iva!"E Iva?" Domanda a bruciapelo.Lui la guarda in modo interrogativo."Cosa?""Dove l'hai lasciata? Cioè... non dirà niente che hai passato il pomeriggio con me?"Filippo prende una penna, se la rigira tra le mani e fa spallucce. "Iva è una brava ragazza". Afferma pensieroso.Il solito moto di stizza l'assale."Lo dici sempre". Lui sorride."Ti dà fastidio?"Ata avvampa imbarazzata.Si volta verso la finestra."Sì! Cioè no... insomma... lei è bellissima e tu, invece, sottolinei sempre quanto sia brava"."E che te ne fai di una bella ragazza se non è anche brava?" Risponde lui in modo disarmante.Ata ingoia il rospo e incrocia le braccia.Lo fa sempre quando si sente indifesa."Eppure, quando lo dici, sembra quasi che ti dispiaccia".Filippo ha un sussulto e abbassa il capo.Giocherella con la penna e serra la mascella."E tu?" Ata lo fissa senza capire."Cosa?"Lui alza la testa.I suoi occhi profondi la scrutano."Che ti aspetti dalla vita?"Che domanda!"Io..." Annaspa in cerca di una risposta.Filippo osserva i libri sul tavolo."So quanti sacrifici tu abbia fatto per studiare, eppure non sei ancora laureata. Non hai mai pensato di smettere? Non hai mai pensato che non ne valesse la pena?"Ata si passa una mano nervosa tra i capelli.Riflette."Ci ho pensato, sì, - risponde dopo un po', - ma poi ho capito che avrei tradito me stessa se avessi interrotto senza finire. Avrei tradito quella bambina che sognava di laurearsi da grande, avrei tradito quella ragazza che si dava da fare con tanti piccoli lavori per pagarsi gli studi".Filippo annuisce in silenzio.Lei lo guarda turbata."Io... io non starei bene con me stessa, né con gli altri se mollassi ora".Un nodo in gola le impedisce di continuare.Lui la fissa pensieroso, poi allunga una mano sulla sua."Ce la farai, vedrai".Ata si lascia scaldare dal tocco caldo delle sue dita.Le guance rosse.Il cuore a mille."Allora, si sono baciati?""Eh... non si capisce"."Fa' vedere a me!"I bambini, dietro la porta, li spiano curiosi.Magazine Racconti
Ata lo segue in silenzio.Entra in macchina e si siede accanto a lui.Filippo gira la chiave e mette in moto.L'osserva mentre guida.Come le sembra virile in questo momento!Lo sguardo sereno, i movimenti sicuri...Un senso di anticipazione la pervade."Dai, dimmi dove andiamo!" Non riesce a contenere la curiosità.Lui sorride malizioso."Eppure questa strada la conosci, avremmo potuto venirci anche a piedi. Non riesci a indovinare?"Ata guarda oltre il finestrino.Hanno appena imboccato una traversa a lei tanto familiare.Era così presa da lui che non si era accorta dove stessero andando.Confusa!Filippo parcheggia e spegne il motore.Lei lo fissa stupita."Qui?" Domanda.Lui apre la portiera."Qui".Scendono dalla macchina.Don Ciccio esce dalla chiesa e va loro in contro."Siete arrivati! Bene... bene. Seguitemi!"Lei lancia uno sguardo interrogativo a Filippo."Mi ha chiamato lui. - le sussurra in un orecchio mentre seguono il buon parroco. - Ha liberato una stanza per farti studiare"."Ah!"Il senso di colpa per le parole di qualche giorno prima si fa strada dentro di lei.Donna di poca fede!Don Ciccio apre la porta di una stanza.Piccola.Ci sono un tavolo, due sedie, una finestra e un crocifisso appeso al muro."Ecco, qui starete tranquilli!"Li guarda soddisfatto.Ata abbassa il capo imbarazzata."Io non so come ringraziarla...""Ata! Ci hai portato qualche dolcetto?"I bambini della Parrocchia irrompono nella stanza."Veramente...""Torè! - lo rimprovera Don Ciccio. - Non bisogna chiedere, quante volte te l'ho detto?"Lei accarezza affettuosa la testa del bambino."Non lo sgridi, su". Il parroco sbuffa spazientito."Va bene. - cede. - Dopo l'esame lo porti un bel dolce? - le chiede poi speranzoso. - Per i bambini, s'intende".Ata gli lancia uno sguardo furbetto."S'intende". Don Ciccio tossisce imbarazzato, poi esorta i ragazzini a uscire dalla stanza, li saluta, chiude la porta e va via con loro.Lei e Filippo sorridono divertiti."Allora, iniziamo?" Propone lui.Ata annuisce col capo.Appoggia la borsa sul tavolo ed estrae i libri, gli appunti, penna e matita.Si siedono.Lo guarda indecisa e un po' mortificata."Non ho finito il programma". Confessa.Filippo si passa una mano tra i capelli."A quando l'esame?""Dopodomani".Lui scuote la testa."Allora, il resto, non c'interessa. Ripetiamo ciò che hai già imparato. Almeno quello devi saperlo bene".Ata fa un sospiro e cerca di dominare l'ansia."Va bene".Filippo prende il libro e apre sulla prima pagina."Ti ascolto".