Nessuna epoca storica può essere giudicata totalmente buona o malvagia.Il bene e il male ci sono sempre e dovunque.
Trovo che la conquista maggiore della modernità è stata l' emancipazione femminile ( nel solco della tradizione cristiana; infatti in aree culturali diverse è mancata.) O meglio, che lo sarebbe stata, se non fosse stata accompagnata da quella degradazione e travestimento della donna, che è la causa principale della distruzione della famiglia e della denatalità.La civiltà moderna è stata la prima che ha preteso di fare a meno della religione tradizionale, e paga questo suo ateismo con le crisi per ora insuperate che la lacerano:energetica, religiosa, morale, sociale, psicopatica,atomica. Sappiamo che nessuna civiltà è eterna. E che quella occidentale ha i segni di " ultimi giorni di Pompei", col pericolo, poi, che la globalizzazione contagi tutte le altre civiltà in una generale agonia. La crisi di una civiltà può essere sospesa e anche capovolta. Ma solo riconquistando i valori della sua tradizione: che per noi significa cristianesimo. Altrimenti, " un albero senza radici secca" ( Benedetto XVI).
Le trasformazioni della modernità hanno raggiunto ogni angolo del pianeta. Non potevano non toccare anche la Romagna, nella quale il turismo di massa ha accentuato indifferentismo morale e primato del guadagno.
La Romagna in alcuni casi occupa i primi posti nei fenomeni disgregativi dell' uomo e della sua dignità.Di certo l' indicatore più importante della crisi, che è la stabilità familiare, non lascia tranquilli.La tradizione della Romagna è sempre stata quella della famiglia matriarcale: l' azdora dedita unicamente alla cura della casa, era il vero centro della famiglia e la principale educatrice dei figli( di lei avevano paura, non del padre). Oggi è stata immessa anch' essa nel lavoro fuori casa e non ha trovato molta collaborazione domestica col marito. E spesso ha fatto propria l' ideologia deresponsabilizzante dell' edonismo radicale.La Romagna è ai primi posti per la diminuizione di matrimoni e nascite;forte la nostalgia delle tradizioni, che tuttavia non va molto al di là delle feste popolari e delle ricette gastronomiche.
immagine di Teoderica