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Un’altra donna uccisa dopo nemmeno 24 ore!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Non sono passate nemmeno 24 ore che oggi un’altra strage si aggiunge al record di ieri che ha visto tre giovani donne barbaramente uccise. L’episodio è accaduto nel barese. Gli investigatori parlano di omicidio/suicidio per opera del marito, un imprenditore che era stato eletto assessore l’anno scorso. L’uomo avrebbe sterminato la moglie, vicesindaco del paese  e la figlia di 19 anni, ferendo anche il figlio di 24 anni. Poi si è suicidato.

La donna, Maria Chimenti, era stata eletta consigliere il 26 giugno 2012, con una lista civica, ed era stata poi nominata vicesindaco e assessore alla Pubblica istruzione. Si occupava anche di politiche per le pari opportunità e per l’infanzia. Non si escludono altre ipotesi, ma la violenza di genere in Italia sta assumendo proporzioni spaventose. Le donne vengono uccise in quanto donne. C’è una cultura, ancora troppo forte nel nostro Paese, che si pone come ostacolo ad ogni forma di autodeterminazione femminile. Complice di questa violenza è anche il silenzio e la negazione del fenomeno. Le donne hanno bisogno di strumenti per potersi difendere. Il web è ormai l’unico strumento per denunciare questa barbarie quotidiana. Per effetto della stessa cultura patriarcale, profondamente radicata in questo paese, le donne che denunciano questa realtà subiscono minacce e prevaricazioni. Oggi sul blog abbiamo ricevuto questo messaggio a nome di un certo Samuele:

Seguendo la femminista Boldrini i partiti stanno accordandosi per fare un’altra porcata ai danni degli italiani: l’approvazione della convenzione di Istanbul. Cosa è? Fingendo di combattere la violenza (ma solo sulle donne), si danno soldi ai centri anti-violenza vicini ai partiti di sinistra, spesso gestiti da femministe che ofiano gli uomini ed aiutano madri separate a privare bambini dei loro papà sostenendo false accuse di violenza che devastano i bambini. Per questo giornali e TV di partito stanno cercando di creare l’allarme sociale del femminicidio, quando in realtà l’Italia è uno dei paesi al mondo più sicuri per le donne (dati ONU).

Queste accuse tendenziose e false le riceviamo ogni giorno, nonostante la violenza sulle donne fosse sotto gli occhi di tutti. E’ una rete carica di ideologia misogina che cresce assieme all’escalation di femminicidi, andando di pari passo.  Queste persone si nascondono dietro identità fasulle.  Andrebbero identificate e isolate. Perché dietro ogni donna uccisa c’è una cultura a sostegno della violenza. I dati dicono l’esatto opposto (altro che paese sicuro!): siamo i primi in Europa per numero di donne uccise in famiglia, perfino l’Amnesty, che spesso opera su emergenze che hanno a che fare coi diritti umani nei paesi in via di sviluppo, si è mobilitata per fermarla. In nessun altro Paese europeo, le donne che lavorano in rete contro la violenza, subirebbero persecuzioni simili: è un fenomeno che non ha precedenti nemmeno nella storia del nostro Paese, perché sta avvenendo da questi ultimi anni.

Fonte: qui, qui e qui



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