Se l'amore fosse la somma esatta risultante da numeri aggiunti, corretti e giusti, sarebbe perfetto.
Se l'amore fosse quello più quello uguale questo, non ci sarebbero intoppi.
Se l'amore fosse matematica che da secoli non è un'opinione, filerebbe tutto liscio.
Certamente però, non sarebbe amore.
Non lo so davvero se esista in senso stretto qualcosa di tanto grande come amare, quanto sia una proiezione di noi, uno specchio nel quale riconoscerci, un'allucinazione a due, un bisogno disperato, una convenzione sociale, un'epidemia molesta di libri, film e canzoni.
Non capisco davvero quale possano essere le coordinate reali di un amore.
So solo che ogni volta che ho voluto crederci, poi non è accaduto.
Mi sono comportata da innamorata, ho detto e fatto cose da innamorata, ho sentito emozioni assimilabili all'innamoramento ma non lo ero infondo a me, dentro a quel cumulo nero che non conosco bene, quella voragine che sono io, quella donna di trentanove anni senza pace, quando speravo di essere innamorata ero come parzialmente presente, in parte esclusa, ero come qualcuno che tenti di trascinare un mulo recalcitrante, qualcuno che si impunti, provi a convincerlo, lo minacci, qualcuno che per lunghi tratti abbia anche creduto di averla spostata questa bestia testarda, ma il mulo aveva solo cambiato posizione e non era andato da nessuna parte, non si era incamminato neanche spinto da una ciotola di acqua fresca o di cibo succulento.
Ho masticato e sputato via il cuore di qualcuno che era amabile e sincero, ho masticato e sputato via anche il mio ogni volta che è successo.
Quando ho amato, ancora una sola volta nella mia vita, il mulo galoppava per strade che mi spaventavano, lungo percorsi sconosciuti, dolorosi, pieni di sassi, strade che razionalmente non avrei seguito, il mulo correva a perdifiato, indomabile, cocciuto, ansimante, impossibile da fermare.
Quando ho amato, la matematica e le somme non c'entravano nulla, i conti erano tutti sballati, mi riconoscevo negli occhi di una persona che vedeva il mio vuoto, il mio patetico e faticoso tentativo di piacere e sorprendere, mi sentivo compresa fino a dove non volevo essere nemmeno veduta, mi fidavo di un amore così, perchè non teneva conto dei bluff, delle cose che piacciono a tutti di me.
A lui non gliene fregava niente delle cose incredibili che so' fare, dei miei piatti e delle mie candele, delle mie imbanditure, per lui non ero la donna più bella, migliore, più sensuale,per lui ero esattamente quella donna lì dalla quale fuggo per prima io, quella donna piena di magagne e vuoti, una donna che lui ha scoperto quasi subito e l'ha amata lo stesso pur non essendo capace.
Se l'amore esiste è certamente beffardo, imprevedibile, molto lontano dalle canzoni romantiche e molto vicino allo starci davvero, al saper esserci sul serio, al poter contare sull'altro sempre, non a morsi, non a strappi, non nella facilità di giorni perfetti e cinematografici.
L'amore è un grande enigma, un incastro sconosciuto di anime,ed è già Luglio da un pezzo, questa si chiama un'altra estate e lo sanno tutti, anche se piove.