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Un Amore più Forte di Me: l’Ottimismo Ritrovato di María Dueñas

Creato il 05 settembre 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Un Amore più Forte di Me: l’Ottimismo Ritrovato di María Dueñas Vittoria Averni 5 settembre 2013 leggere, letteratura, primo piano Nessun commento Qual è il più classico dei modi per reagire alla sofferenza? Scappare. È tipico di chi, ferito e incapace di affrontare immediatamente il dolore, decide di lasciarsi tutto alle spalle, di appigliarsi con tutte le forze ad un nuovo lavoro o attività per mettere a tacere tutti i pensieri che si accavallano nella mente. Ed è esattamente il modo in cui reagisce Blanca, la protagonista di Un amore più forte di me, nuovo libro, edito da Mondadori e tradotto da Federica Niola, di María Dueñas, autrice spagnola che ha esordito nel 2010 con La notte ha cambiato rumore. A Blanca, docente universitaria, frana il terreno sotto i piedi quando scopre che il marito da cui si è da poco separata sta per avere un figlio da un’altra donna e il dolore e la perdita di ogni certezza è talmente grande che decide di abbandonare Madrid e di accettare un’imprevista e improvvisa borsa di studio dell’Università di Santa Cecilia in California. E così si butta a capofitto nel lavoro di catalogazione del lascito cartaceo di Andrés Fontana, un letterato spagnolo deceduto nel 1969. Se inizialmente l’attività sembra noiosa e inconcludente e Blanca vi si dedica solo in quanto anestetico alla sua sofferenza, man mano verrà trascinata sempre più in ricerche sul passato del letterato e sulle catene di missioni francescane da lui studiate. Una storia non particolarmente originale e avvincente in realtà, in cui al centro di tutto non troviamo né Blanca né Fontana, ma la loro patria e quella della scrittrice, la Spagna. Quello che infatti emerge con forza dalle parole della Dueñas è lo schizzo di una nazione di cui si tende a parlare per stereotipi e immagini convenzionali (paella, nacchere, sangría e allegria) e di cui lei, invece, vuole mettere in luce gli aspetti meno noti ma che più la connotano: la storia, le strade, gli edifici ma soprattutto il carattere dei suoi connazionali, l’anima del suo paese, i conflitti e le contraddizioni. E la volontà dell’autrice è esplicitata chiaramente attraverso le parole di un personaggio del romanzo: «Non si limiti all’aneddoto, non ci giudichi con superficialità». Un monito per gli stranieri che fin troppo spesso si accostano alla Spagna nel caso specifico, ma in generale ai paesi che vanno a visitare, con uno sguardo carico di preconcetti, limitandosi ad ammirare i luoghi più suggestivi e pittoreschi come cartoline. Elemento estremamente positivo dell’opera è lo stile dell’autrice, scorrevole e fluido, che rende particolarmente piacevole e coinvolgente la lettura di Un amore più forte di me grazie anche alla narrazione in cui la storia di Blanca ambientata in California si alterna a quella di uno studente americano, legato ad Andrés Fontana, nella Spagna degli anni ’50. Altro tema importante è la voglia di rimettersi in gioco, o meglio la forza di lasciarsi andare nuovamente alle emozioni, di vincere la paura e di abbattere il muro che spesso chi ha sofferto innalza, per ritrovare la fiducia nei sentimenti e nell’amore. Come difatti si intuisce già dalla traduzione italiana del titolo (che in spagnolo è Misión Olvido, e che personalmente gradisco di più), Blanca, nonostante la grande sofferenza e delusione del passato, troverà un altro amore (scusate se ho svelato in parte il finale, ma era abbastanza intuitivo!). Una trama a mio avviso abbastanza scontata, ma che probabilmente può essere d’esempio per tutti quei lettori che hanno bisogno di un racconto a lieto fine, che faccia chiudere loro il libro con un sorriso e con ritrovato ottimismo. Posta in secondo piano ma particolarmente interessante è la tematica delle missioni francescane in California, tematica, a cui avrei dato maggior spazio, che porta una nota storica di rilievo intrecciandosi alle vicende personali dei personaggi del romanzo. In generale Un amore più forte di me risulta una lettura piacevole, non troppo impegnativa, che con i suoi snodi porta ad appassionarsi al contenuto e a divorare le 384 pagine del volume in pochi giorni. Tweet Pin It

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