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Un anno dopo

Creato il 30 settembre 2010 da Brasilitalia

aereo2E’ esattamente un anno che sono qui in Brasile. Sono arrivato qui all’alba di domenica 29 settembre 2009 dopo 12 ore di viaggio interminabile, con quattro valige, 2 gatti e una madre ultra-ottantenne.

Sono arrivato qui convinto di fare la cosa giusta (anche perché, in tutta sincerità, non avevo molta scelta) e con la speranza di fare una vita… non migliore, ma perlomeno uguale a quella che facevo in Italia. Non sono venuto qui “sognando l’America” ma nemmeno pensavo di stare peggio che in Italia.

Quindi dopo un anno penso che sia giusto tirare le somme e vedere se venire a vivere qui in Brasile sia stata una buona idea oppure no. Andiamo allora ad analizzare i valori, per così dire, che caratterizzano la vita di una persona.

Iniziamo dal LAVORO.

In Italia lavoravo come operaio in una impresa di pulizie. Potrà sembrare strano ma mi piaceva quel lavoro. Ogni giorno ero in un posto diverso e non mi annoiavo mai. Il lavoro era tranquillo, ero sempre all’aria aperta, il mio capo non rompeva troppo le balle e con i miei colleghi andavo d’accordo. Inoltre alle 16.30 terminava la mia giornata di lavoro e avevo resto del tempo per fare quello che mi interessava, compreso il sabato e la domenica a casa. Qui in Brasile sto lavorando insieme a mio cognato per alcune “lojas de carros”, preparando insieme la documentazione per chi deve acquistare una macchina. Qui io lavoro in casa, usando internet e un computer. Quindi non devo uscire per andare a lavorare e non devo “sporcarmi le mani”. Uso cose che amo molto, come PC e internet e se devo andare in bagno o prendermi un caffè non devo chiedere il permesso a nessuno.

Quindi a primo avviso sembrerebbe che qui in Brasile stia facendo un lavoro migliore, ma come ho detto il lavoro che avevo in Italia mi piaceva. Inoltre in Italia io sapevo che il mio lavoro iniziava alle 8.00 e terminava alle 16.30 (a volte anche prima); qui invece io accendo il computer dopo colazione e per tutto il giorno devo rimanere disponibile aspettando che mio cognato mi mandi qualche “serviços”. Credetemi quando dico che non posso uscire di casa per fare qualche commissione e che tutte le sere vado a dormire quasi a mezzanotte perchè ho sempre molto lavoro da fare. Inoltre quasi tutti i fine settimana mi tocca lavorare. Quindi come vedete, anche se a prima vista può sembrare un lavoro migliore o più prestigioso di quello che avevo in Italia, non è affatto quello che sembra, perchè ho molta meno libertà di prima. Però è sempre un lavoro e, al giorno d’oggi, è già una buona cosa.

Allora possiamo benissimo dare un punto all’Italia e un punto al Brasile:

ITALIA 1/BRASILE 1

I SOLDI.

In Italia guadagnavo circa 900 euro al mese. Una miseria a mio modo di vedere, ma bene o male era nella media degli stipendi da operaio. Qui in Brasile sto guadagnando dai 1.000 ai 1.200 Reais al mese (più o meno due salarios minimos). Non è male per la media brasiliana, specialmente essendo un extra-comunitario in terra straniera e non avendo nessuna specializzazione. Quindi qui in Brasile sto guadagnando di più che in Italia ma… pensate bene: in Italia io lavoravo 7/8 ore al giorno ed ero a casa il sabato e la domenica (e se capitava di lavorare nei festivi venivo pagato col 70% in più); io qui in Brasile lavoro dalle 9 alle 12 ore al giorno (non sto esagerando) e molte volte anche di domenica. Quindi in proporzione non sto guadagnando molto. Anzi, a mio modo di vedere sto prendendo poco. Non voglio “sputare nel piatto dove mangio”, come avevo detto una volta, ma cerco solo di essere obiettivo in questa comparazione. Perciò è vero che qui in Brasile guadagno di più, ma è anche vero che lavoro molto di più! Per questo motivo non me la sento di dare un punto al Brasile.

Diciamo che anche in questo caso ITALIA 1/BRASILE 1.

Visto che abbiamo appena parlato dei soldi andiamo ad analizzare i BENI MATERIALI.

In Italia, pur avendo avuto sempre pochi soldi, ero l’espressione vivente del consumismo! Mi ha sempre piaciuto avere tante cose e a casa mia avevo 3 televisori, home-theater, due computer, microonde, macchina espresso, robot da cucina e chi più ne ha ne metta! Qui in Brasile sto ancora comprando le cose che mi servono, visto che abbiamo dovuto partire da zero, però anche qui ho due computer e un notebook, una TV 32” LCD, un bellissimo frigorifero NO FROST e tante altre piccole cose. Meno che in Italia ma solo perchè sono ancora all’inizio.

Quindi anche in questo caso ITALIA 1/BRASILE 1.

La CASA.

In Italia abitavo in un piccolo bilocale in affitto. Ero proprio al centro del paese e, pur essendo piccolo come appartamento, era carino e confortevole. Come tutte le case in Italia avevo l’acqua calda sia in bagno che in cucina, il riscaldamento per l’inverno e il gas metano incanalato. Qui in Brasile sto abitando in una casa in affitto. Questa casa è più grande del mio appartamento italiano ma è fatta molto male. Come molte case del Brasile non ha avuto un progetto iniziale quindi è stata costruita in base al terreno. Come conseguenza i muri della cucina, della sala e di una camera da letto non formano un rettangolo come una casa normale, ma una sorta di parallelepipedo indefinito in cui è quasi impossibile collocare un armadio o un tavolo. Inoltre l’impianto elettrico è a vista e su tre interruttori due non funzionano a dovere. E poi qui non si usa ancora il metano e per cucinare usiamo una bombola di gas, coi relativi rischi che possono avvenire. Ovviamente, proprio per questo motivo non ho l’acqua calda in cucina ma solo nella doccia grazie a un chuveiro elettrico. Ah, dimenticavo: siccome il mio vicino di casa ha avuto la brillante idea di fare un piccolo orto accanto a me (casa mia è a un livello più basso della sua) in una parte della casa c’è così tanta umidità che non posso accostare nessun mobile, dato che potrebbe daneggiarlo in brevissimo tempo. E siccome qui non ho un vero tetto come in Italia ma una semplice copertura in Eternit nella lavanderia e in sala, quando piove forte mi piove dentro!

Quindi alla luce di tutte queste cose sembrerebbe evidente che dal lato della casa in Brasile abbia perso molto confronto quello che avevo in Italia. Ma…

… ma tra un paio di mesi andrò ad abitare in un’altra città dove sto costruendo un appartamento nella casa di mia suocera. Questo appartamento, che sarà di circa 90 m2, parte subito avvantaggiato, dato che, pur non essendo un geometra o un architetto, io ho progettato le varie stanze in base allo spazio dispobile. Quindi io ho deciso dove mettere le finestre e le porte, come fare il bagno e la cucina; ho pensato all’impianto elettrico e idraulico, ho deciso che piastrelle usare e come mettere le luci. Potrà sembrare un’ovvietà questa, ma qui in Brasile non tutti fanno questo e non per mancanza di soldi, ma proprio per un modo di vivere diverso. Alla fine non diventerà certamente un appartamento da sogno (è sempre un problema di soldi) ma di sicuro sarà migliore di dove sto adesso e migliore del mio ex-appartamento in Italia.

Proprio per questo motivo, grazie anche al mio eterno ottimismo, con la speranza che alla fine avrò quello che avevo pensato, dobbiamo dare un punto al Brasile:

ITALIA 0/BRASILE 1.

Cosa può ancora mancare in questo confronto? Per il CIBO non è cambiato nulla, perchè è pur vero che qui in Brasile non trovo tutti i prodotti italiani, ma i più importanti ci sono e in ogni caso in Brasile si mangia bene. La QUALITA’ DELLA VITA? Ma è un parametro troppo generico, che dipende sia dalla propria situazione economica che da quello che lo Stato può offrirti. Quindi possiamo parlare della STRUTTURE PUBBLICHE, come la Sanità e l’Istruzione, e in questo caso è inevitabile che il Brasile perda punti. E’ vero che anche in Italia succedono cose da altro mondo (è proprio di questi giorni la notizia che a Roma è morta una persona dopo 36 giorni di agonia perchè gli avevano chiusa per sbaglio l’arteria sbagliata, mentre a Bergamo, siccome i ginecoloci si sono messi a litigare nella sala parto per decidere se fare o no un cesareo, una bambina è nata invalida al 95% e ora non vede, non camminerà, e si nutre solo con un sondino nell’addome!), ma in ogni caso qui succede di peggio e le istituzioni pubbliche, che dovrebbero dare al cittadino almeno le cose più importanti, sono da escludere.

Quindi, anche se mi dispiace farlo, dobbiamo togliere un punto al Brasile.

Alla fine che punteggio abbiamo? ITALIA 3/BRASILE 3. Non è male come risultato.

Allora qual’è la conclusione? Che un anno dopo il mio arrivo in Brasile la mia vita non è cambiata di molto. Non sono diventato ricco ma non sono nemmeno povero. Lavoravo in Italia e lavoro in Brasile. Bene o male le cose che avevo in Italia le ho anche qui in Brasile. Certo, alcune cose erano meglio là e altre sono migliori qua, ma sarebbe lo stesso se fossi andato a vivere in un altro Paese. Io non sono partito con l’idea di lasciare l’Italia per vendere cocco sulle spiagge o comprare una pousada per i ricchi stranieri. Il mio scopo era di fare PERLOMENO la stessa vita che facevo in Italia, e in questo ci sono riuscito. Questo anche grazie a mia moglie che riesce ad amministrare molto bene le nostre entrate e grazie anche agli amici e familiari che ci hanno aiutato e che continuano a farlo.

Io continuo ad essere ottimista e penso che, se in un anno sono riuscito ad avere le stesse cose che avevo in Italia, allora in dieci anni posso solo migliorare ed avere di più. Cosa questa ormai impossibile in Italia, dato che là è già un cosa buona tenere quel poco che si ha ottenuto senza perderlo.

Un grazie a tutti voi.


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