Un anno fa, alle 21.36, calava per l'ultima volta il sipario sulla vita di Osvaldo Mariutto! Il subdolo male che lo aveva attanagliato ha fiaccato definitivamente le sue difese e ci ha privato definitivamente della sua presenza. Si prova rabbia, senso di ingiustizia, abbandono e tante ma tante altre sensazioni: il dolore vero è una ferita, il sangue sono le lacrime, prima o poi il sangue diventa crosta e le lacrime finiscono, ma la cicatrice rimane sempre. Si può non pensarci per molto tempo, ma poi basta una parola o una frase ed ecco che di nuovo il dito tocca la cicatrice. Per chi crede c'è la consolazione di sapere la persona amata nella Luce di Dio e per chi non crede c'è comunque una vita da vivere al meglio, anche per rispetto di chi non c'è più e che ci vorrebbe vedere sempre felici.La morte è un angelo che ci accompagna ogni giorno della nostra vita e non sai quando decide di smettere di camminarti vicino e preferisce portarti via con sé: ecco perchè ogni giorno deve essere speciale, ecco perchè ogni momento vale la pena di essere vissuto, ecco perchè tante lacrime, tanto dolore, tanta gioia e felicità e poi ancora tristezza nella nostra vita.
In questo la sua breve vita è stata intensa: fortemente vissuta e "spericolata", c'era sempre un profondo senso in tutte le sue azioni, dai piccoli gesti quotidiani a quelli più plateali. Aveva una saggezza innata, una serenità divertita ma distaccata. Quasi non sembrava appartenere a questa terra. Ora non c'è più, ma spesso lo sentiamo ancora vicino, con la sua risata tranquilla e il suo sguardo vivo e brillante. Il suo spirito indomito resterà per sempre in mezzo a noi e continuerà a guidarci verso altri successi sul palcoscenico del teatro e della vita. Ciao Amico! I tuoi Cocai


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