Ricordate il Teatro Regionale Alessandrino, quello che da ormai quasi un anno è totalmente inagibile causa polveri d’amianto, epopee burocratiche, colpi di scena giuridici ed infiniti passaggi di responsabilità tra i vertici e le istituzioni? Bene, domenica 2 ottobre, a partire dalle ore 21, i cittadini riprenderanno la parola e torneranno a far sentire la propria voce attraverso una ficcolata che, partendo dal Teatro Comunale, attraverserà le vie del centro di Alessandria.
L’associazione “Ridatecilteatro” torna quindi a manifestare il proprio malcontento affinché, “non si pensi che le cittadine e i cittadini di Alessandria abbiano dimenticato il loro teatro e perché la questione resti viva con forza e determinazione”. Nel mirino della contestazione (pacifica) delle persone coinvolte- o meglio, travolte- dal “caso amianto” c’è quella che è stata definita “una cattiva gestione del denaro pubblico” e le “false promesse” elargite dalle istituzioni competenti della città. Obiettivo: riportare al dibattito pubblico la tragica situazione in cui tuttora versa il TRA, la condizione dei lavoratori, e in definitiva chiedere (ancora una volta) che si proceda senza tentennamenti alla riapertura della più importante struttura culturale alessandrina. Insomma, l’indignazione è alle stelle.
Tutto cominciò il 2 ottobre 2010 quando, mentre era in corso il festival “Ring!”, il Teatro Comunale di Alessandria venne chiuso e dichiarato inagibile dall’ASL e dalle autorità competenti. Dapprima gli accertamenti, poi i sopralluoghi, le verifiche e infine, dopo svariate ipotesi, la diagnosi nefasta: le sale, i palchi e le poltrone del teatro erano ricoperti da una delle polveri più pericolose e dannose che si conoscano: l’amianto. Da quel momento in poi è un affluire di dichiarazioni, smentite, accuse incrociate, rocamboleschi passaggi di responsabilità e mezze verità. Nel frattempo continuano le verifiche, le analisi, e lentamente altri scenari si aprono sul caso del palco più famoso della città: appalti poco trasparenti concessi con procedure ignote, decisioni assunte in una riunione del consiglio di amministrazione senza il numero legale, e i primi nomi degli indagati secondo la Magistratura: tra questi Elvira Mancuso, Lorenzo Repetto e la ditta genovese Switch 1988, azienda scelta per bonificare dall’amianto l’impianto di areazione del teatro e responsabile, si direbbe, della dispersione di polveri in tutto lo stabile.
Come fa notare il Comitato “Ridatecilteatro”, “è passato un anno da quando la città ha dovuto assistere alla chiusura del Teatro Comunale e, nonostante gli avvisi di garanzia e l’apertura di un’indagine sull’accaduto, chi ha causato la chiusura dello stabile, mettendo in pericolo la salute di migliaia di cittadini, lavoratori e artisti, occupa tuttora le comode poltrone che occupava un anno fa”. Mentre, nel frattempo, i dipendenti precari del teatro sono stati licenziati sin dalle primissime battute della vicenda, mentre quelli con contratto determinato giacciono in un limbo di incertezza e, sì, di effettiva disoccupazione.
Questa, a grandi linee, la situazione TRA a quasi un anno dall’esplosione della “bomba amianto”. Il comitato “Ridatecilteatro” (nato dopo la chiusura del Comunale) torna a far sentire la propia voce dopo mesi e mesi di discussioni, di approfondimenti, iniziative pubbliche e dibattiti, richieste di dimissioni ai membri del CdA e di rapido ripristino della struttura. Ora, di fronte ad una situazione definita di totale immobilità, con i più importanti appuntamenti cinematografici e teatrali cancellati, e l’ombra della Switch 1988 dietro l’angolo pronta a riaccaparrarsi i lavori di bonifica, i cittadini dicono basta.