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Il termine ‘in folio’ significa letteralmente ‘Nel foglio’, in poche parole, un tipo di rilegatura. Niente di speciale direte voi, se non fosse che stiamo parlando di Shakespeare e del suo primo in folio ritrovato in una cittadina di provincia nel nord della Francia. Personalmente sento i brividi al solo parlare di fogli così antichi, ingialliti, autentici. Sento quel profumo di carta che solo i vecchi libri hanno, e soprattutto è da pelle d’oca pensare che quelle pagine e quel testo siano appartenuti ad un così grande personaggio.
Si tratta della prima pubblicazione del drammaturgo inglese, nonché l’unico esemplare ancora esistente. L’esperto di letteratura medievale Rémy Cordonnier, inciampò nel volume datato 1623. Ed io vorrei essere stata lì al suo posto quando si rese conto di avere tra le mani un pezzo così storico. Il titolo è: Mr William Shakespeares (sic) Comedies, Histories & Tragedies o per gli studiosi First Folio, per l’appunto.
L’opera prima non sarà mostrata al pubblico, ma potrà essere consultata unicamente sul sito web della biblioteca. Pronunciare Shakespeare e sentire un’eco di parole e parole, di frammenti di tragedie e commedie, di opere con lo O maiuscola. Qualcosa di più grande di quanto si possa spiegare. Sento Romeo che parla a Giulietta nella tragedia tra le più famose di Shakespeare, ambientata nella mia bella Verona, che narra la vicenda di due innamorati nati sotto contraria stella. Siete mai stati sotto quel balcone, dove la leggenda incontra la realtà? Di turisti con occhi incantati, lucchetti e post-it a forma di cuore. Un grazie a Giulietta ed un bacio a Romeo. Sento Amleto recitare il suo famoso “Essere o non essere? L’interrogativo esistenziale del vivere (essere) o morire (non essere) alla radice della sua indecisione nell’agire.
Ricordo le schermaglie d’amore di Elena, Lisandro, Demetrio ed Ermia, e gli elfi e le fate, in sogno di una notte di mezza estate, una tra le più brevi commedie di Shakespeare, ma sublime nella ricchezza dei contenuti.
Tanto ha scritto e tanto ha emozionato, allora come ora. Ed io continuo ad immaginare un Shakespeare nella sua casetta di Stratford Upon Avon che chino sulla sua scrivania, a lume di candela, immagina le scene ed i dialoghi delle sue opere più famose, che grazie alle trasposizioni teatrali e cinematografiche conosciamo tutti. Un bene comune. Dei più ricchi. E così uno dei suoi documenti più importanti è arrivato a noi da Saint-Omer che è stata sede di un importante ordine di gesuiti che accoglieva clero cattolico in fuga dalle persecuzioni protestanti in Inghilterra. Si pensa dunque che il First Folio possa essere stato portato in Francia durante quel periodo e tenuto nella biblioteca dei Gesuiti fino alla Rivoluzione Francese, quando la raccolta dell’ordine fu confiscata e usata come base per una biblioteca pubblica.
È bello sapere che c’è ancora chi scrive e si emoziona scrivendo di parole scritte, di grandi autori, di passato.
Fonte: Panorama