C’è un posto qui a Vicenza dove si vendono piante, fiori e complementi d’arredo, ed ha una piccola parte di esposizione dedicata alle piante mezze morte, che vengono vendute ad un prezzo scontatissimo. Io ogni tanto ci vado, prima mi faccio un giro tra le piante vive e vegete, quelle belle e floride, con foglie verdi verdi e fiori tanti tanti, poi passo alla sezione “piante mezze morte”, e mi piace comprare queste piante in fin di vita per vedere se riesco a farle passare a miglior vita. L’ultima volta ho trovato un pero coscia che era praticamente un fusto con qualche foglia mezza morta. Costava 5 euro e me lo sono comperato. L’ho piantato nel mio orto in un periodo non adatto, non da manuale – era estate, inizi giugno mi sembra.
Ho scavato una buca, ho messo dentro una base di compost del mio composter, ho messo l’alberello con le sue radici, l’ho interrato per bene e annaffiato.
Il pero coscia ce l’ha fatta, e adesso ha le sue belle foglioline verdi.
Un applauso al pero coscia! ;-)
P.S. = un applauso va anche a questo negozio che vende “piante mezze morte”, perché riprende un concetto/modo di vita tipicamente veneto (generazione dei miei nonni, che hanno passato una guerra), quello del “no se buta via gniente!” [non si butta via niente]. E un po’ sarebbe da invertire la tendenza del consumismo dell’usa e getta, che a volte è proprio uno sprecare sconsiderato – quello che Thorstein Veblen chiamava “lo spreco vistoso”.
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