“Un’arborea voracità”: di Marco Bizzarri e Paola Pardini

0032 “Un’arborea voracità”: di Marco Bizzarri e Paola Pardini

Un’arborea voracità”

Marco Bizzarri e Paola Pardini

La dizione “pianta carnivora” sembrerebbe quasi una contraddizione in termini, visto che quando la mente si concentra sul mondo vegetale e le sue multiformi espressioni si pensa a piante o arbusti che trovano il proprio nutrimento dalle sostanze presenti nel terreno, dall’acqua e dal sole e non tanto dall’assimilazione diretta di sostanze proteiche di origine animale; ma proprio in questa particolarità e unicità risiede il fascino e la curiosità che fin dalla loro scoperta le accompagna.

Le piante carnivore nascono come adattamento di specie erboree ad ambienti poveri di normale nutrimento (azoto, fosforo, potassio) e fortemente acidi e se ne contano a tutt’oggi circa 600 specie nel mondo, per lo più distribuite in ambienti come paludi, torbiere o rocce affioranti. Nell’immaginazione e nella fantasia sfrenata di narratori di varie epoche le piante carnivore hanno spesso assunto una connotazione di pericolosità e invincibilità; la realtà è invece diversa, dimostrandosi molto deboli al di fuori del loro habitat e incapaci di adattarsi a modificazioni anche lievi del clima e dell’ambiente circostante a differenza di quasi tutte le altre specie vegetali.

Forme strane, colori vivaci, trappole ingegnose, un micromondo in cui le regole della catena alimentare seguono strade insolite e inusuali.