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Un articolo cinico. Le grandi opportunità per Roma dal terrorismo internazionale

Creato il 14 novembre 2015 da Romafaschifo
Un articolo cinico. Le grandi opportunità per Roma dal terrorismo internazionaleDaremo una lettura dei fatti di Parigi come al solito interessata e cinica. E' il nostro stile. Il cordoglio, la commozione e lo sdegno per quanto successo nella capitale francese li diamo per scontati. E cerchiamo di capire cosa può portare di "buono" il fatto che l'Europa sia di fatto ufficiosamente entrata in guerra, questa notte. 

E' una guerra peculiare, che non interessa fronti, battaglioni militari, armamenti pesanti o eserciti. E' una guerra che entra nel cuore delle città e prende di mira semplici cittadini. E' quintessenzialmente terrorismo. Come tale lascia pochi spazi ai governi e ai servizi segreti. Si tratta, dunque, di garantire la sicurezza dei cittadini per quanto possibile. Per farlo occorre rafforzare l'ordine. Occorre, per dirla meglio, ripristinare l'ordine in quelle città dove l'ordine è da decenni completamente saltato. Addirittura culturalmente vituperato. La città più interessata a questo increscioso fenomeno è Roma: la capitale di gran lunga più disordinata, abbandonata, squallidamente anarchica e incasinata d'Europa.

Occorre un patto che spieghi a tutti che questo caos, nel quale peraltro la schiacchiante maggioranza dei romani vive benissimo e si è assuefatta&abituata a vegetare, è il brodo perfetto per la coltura di attacchi, terrorismi, pericoli. E occorre un patto per eliminare caos&anarchia benché caos&anarchia risultino ormai un elemento costitutivo e a prima vista irrinunciabile della nostra inspiegabile civilizzazione. Da Viterbo in giù, ma in particolare proprio a Roma, ché a certi livelli di assurdo e surreale non si arriva neppure lontanamente a Napoli o a Palermo.

A Napoli e a Palermo se una zona è pedonale è pedonale. Nello specifico se una zona pedonale contiene obbiettivi sensibili, allora è ancor più controllata. Qui tutto ciò non accade. E il contesto di agitazione internazionale e di allerta diffusa può finalmente aiutarci a applicare norme e buon senso che, viceversa, finirebbero per essere disattesi ancora per altri decenni.

Pensate a Charlie Hebdo. C'è voluta quella strage, a gennaio, per togliere le auto dalla zona circostante la Sinagoga di Roma. Senza quei morti, senza quel primo atto della nuova strana guerra di religione tra l'Occidente e il Medio Oriente, quel provvedimento non ci sarebbe stato e uno dei più significativi templi ebraici al mondo sarebbe ancora circondato di automobili posteggiate alla rinfusa con tutti i pericoli che possono derivarne. Prima di allora la Piazza principale del Ghetto veniva utilizzata come parcheggio abusivo (lo abbiamo denunciato più volte), dopo quell'evento tragico finalmente il pilomat è tornato a funzionare come per magia e la Via del Portico D'Ottavia è diventata pedonale con benefici per la sicurezza ma anche per la piacevolezza, l'estetica, l'economia, il turismo della città. Ecco: un "inasprimento" delle norme di sicurezza, sbandierato dalla vulgata come limitazione delle libertà personali, nel nostro contesto di squallido casino, ha fatto solo del bene.

Un articolo cinico. Le grandi opportunità per Roma dal terrorismo internazionale

E pensate ora agli obbiettivi francesi. Pensate all'Ambasciata di Francia costantemente circondata da auto e furgoni in sosta selvaggia su Piazza Farnese. La messinscena della guardia-e-ladri tra Vigili e furbetti della sosta abusiva va in onda quasi ogni giorno. Per finta. Nessuno ha forse chiaro il concetto che quell'area pedonale non è stata realizzata esclusivamente per tutelare una delle piazze più belle del mondo (e tanto basterebbe e avanzerebbe per farla rispettare con il massimo rigore), ma anche per rendere sicura la vita a chi lavora o ha un appuntamento nella rappresentanza diplomatica della Repubblica francese. Da oggi forse sarà più facile convincere i cafoni a stare alla larga, Un'auto in divieto e un'autobomba hanno le stesse fattezze, è chiaro o non è chiaro? Ebbene fino ad oggi non è stato chiaro affatto: le commemorazioni per Charlie Hebdo si sono tenute in una Piazza Farnese dalla quale, neppure in quella circostanza, erano state fatte allontanare le auto in divieto degli incivili che posteggiano lì per andarsi a bere una birra.

Pensate al liceo Chateaubriand, di proprietà dello Stato Francese e direttamente dipendente dal Ministero dell'Educazione Nazionale di Parigi. I geni del Primo Municipio, per affrettarsi a dichiarare di aver liberato l'area di Trinità de' Monti, ci hanno trasferito di fronte le apette abusive che i pittori (abusivi anche loro) e i vu cumprà utilizzano come magazzino. Su un lato dell'ingresso della scuola ci sono le apette, incontrollate, sull'altro lato la volante della Polizia di Stato che controlla la sicurezza: surreale! Ci rendiamo conto del pericolo che corrono i ragazzi ogni volta che entrano ed escono da scuola? Ci rendiamo conto che a 20 metri c'è Villa Medici, altro simbolo della Francia a livello mondiale? Ci vuole molto a capire che queste aree devono essere il più ordinate e pulite possibile in modo che le si possa controllare al meglio e si possa individuare con maggior certezza ogni eventuale pericolo?

Gli organi che garantiscono l'incolumità dei cittadini, incolumità per la quale paghiamo ogni anno tasse strabilianti, si chiamano, appunto, Comitati per l'ordine e la sicurezza. Ordine e sicurezza, insomma, vanno insieme. Non c'è sicurezza senza ordine sebbene qualche idiota (come quelli, ad esempio, che ieri hanno manifestato contro la Riforma della Scuola del Governo, vedi foto in alto. E la limitazione del diritto a manifestare - sancito immediatamente già ieri sera in Francia - potrebbe essere un altro paradossale miglioramento della qualità della vita in una città come Roma percorsa ogni giorno da cortei strumentali, cialtroneschi, ridicoli), sebbene qualche idiota, dicevamo, consideri l'ordine un concetto fascista. E' esattamente il contrario. Garantire l'ordine è tutela per gli ultimi, per i poveri, per le classi popolari. Le classi agiate l'ordine se lo possono comprare, possono comprarsi ville videosorvegliate, auto blindate e scorte armate, ma l'ordine e la sicurezza per i poveri, per la classe media, per le persone umili e normali lo deve garantire, con la massima attenzione e durezza, lo stato. Chissà che lo stato italiano, vedendo i fatti di Parigi, si possa finalmente svegliare dal torpore cattocomunista in cui è immerso fino ai capelli almeno da 47 anni e mezzo.

Non c'è nulla più di sinistra che garantire per tutti, anche per coloro che non se li possono comprare, la sicurezza e l'ordine. Non c'è nulla di più fascista che spingere la città a vivere nell'anarchia, nel caos, nella legge del più forte e del più furbo.

Abbiamo parlato dell'area del Ghetto, abbiamo parlato degli obbiettivi francesi, abbiamo parlato dell'inaudita pulsione ad autorizzare qualsiasi ridicola, pretestuosa e strumentale manifestazione, abbiamo parlato dei pericoli assurdi e assurdamente trascurati che provengono dalla sosta selvaggia di veicoli e furgoni, dovremmo parlare della follia dell'ambulantato che rende ingestibile lo spazio pubblico e offre spazi di manovra enorme a chi vuole utilizzare le aree comuni per seminare terrore. Ma parliamo anche dei trasporti pubblici.

La metropolitana di Roma (ma anche autobus e tram, dove entra chiunque senza pagare, senza videosorveglianza) è potenzialmente il luna park dei terroristi. Ancora non ci hanno attaccato, sapete perché? Perché si vergognano! Considerano la cosa troppo facile, diventerebbe per loro stessi umiliante: l'IS perderebbe credibilità. I depositi, per dire, sono il parco giochi dei vandali e dei writers, oggi imbrattano i treni, domani potrebbero sabotarli, rovinare i freni, svitare i bulloni, riempirli di tritolo. Magari travestiti da writers. Ci sono decine di stazioni della metro totalmente di proprietà di gruppi di nomadi che fanno il loro comodo mentre chi dovrebbe controllare e reprimere finge di non vedere, fa amicizia con il nemico, si affretta a dire che "non è di mia competenza". Il terrificante muro di gomma della voglia-zero di lavorare di chi è preposto al controllo è il primo passo che garantisce l'insicurezza collettiva: la vogliamo fare finita? Questa notte dei ladri di rame si sono divorati un altro pezzo di metro B, indisturbati. Come indisturbati i ladri di rame obbligano le nostre autostrade urbane (Raccordo Anulare e Roma-Fiumicino) alle tenebre notturne. Il tutto genera l'humus perfetto per attacchi terroristici al cui confronto la strage di Parigi del 13 novembre 2015 sarà una sciocchezzuola.

A differenza di Londra o Parigi o Washington, a Roma la guerra già c'è, a Roma i morti già ci sono (solo per il pagliaccesco modo di gestire il traffico muoiono in un anno il doppio delle persone che sono morte stanotte nella Capitale francese), un inasprimento delle misure di sicurezza (e quindi di ordine) non può che essere salutato come un regalo inaspettato che la città riceve dallo smottamento internazionale. Immaginate soltanto se a Roma le forze dell'ordine e i pubblici ufficiali, invece di risultare delle caricature di loro stessi, iniziassero a farsi ri-spet-ta-re. Altrove questa è una limitazione delle libertà ed un eccesso di controllo, qui, nel nostro peculiare e inedito contesto, significherebbe un miglioramento enorme della qualità della vita per le persone per bene: ne risentirebbero solo gli incivili, gli abusivi, i ladri, i truffatori, i mafiosi. Una marmaglia sconfinata e non gestita che, ad oggi, in questa città, fa più danni di quanti ne possa fare, con tutto l'impegno plausibile, il terrorismo internazionale.

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