Un bel dì vedremo:Grillo o non Grillo?

Creato il 07 settembre 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Piazzapulita il programma di approfondimento giornalistico condotto da Corrado Formigli raddoppia il suo spazio informativo: anteprima e programma vero e proprio con il duplice tema l’attualità della  crisi italiana e la fenomenologia del Movimento  5 stelle.

La politica non conta più nulla, la bacchetta magica è riposta nelle mani di Draghi, tecnici e finanza europea. Il 48% degli italiani ha perso la fiducia nei partiti e nonostante il governo Monti abbia supertassato il loro portafoglio, se chiamati a votare lo preferirebbero al governo politico, a conferma che la politica italiana ha perso la sua credibilità. Spread che sale e scende, italiani sempre più poveri e tassati. Un panorama impressionante, non c’è segnale di vita, le fabbriche non riprendono anzi, chiudono una dopo l’altra, non c’è idea di futuro e di sviluppo in questo paese? La crisi sta finendo, chi ci crede?

Il nutrito  parterre di ospiti della trasmissione, ha scandagliato i nuovi equilibri politici che si sono creati dopo lo scioglimento del governo Berlusconi: il direttore del TgLa7 Enrico Mentana, lo storico Carlo Galli, Andrea Scanzi giornalista de Il Fatto quotidiano, il blogger e giornalista Antonino Monteleone, l’On. Francesco Boccia del PD, Vittorio Feltri de Il Giornale, gli economisti Paolo Savona della LUISS e Tito Boeri de Lavoce e con la partecipazione di Roberto D’Agostino che non si lascia sfuggire l’occasione di puntato il dito contro i presenti, rei di fare le pulci al neonato movimento grillino ma di dimenticare di fare altrettanto con i consolidati partiti tradizionali, definiti dall’ideatore di Dagospia, “comitati d’affari“.

Unanime l’idea che Monti ora dovrebbe abbattere il debito pubblico, dopo aver salvato l’euro, anche se la situazione è complicata al punto da ricordare che “siamo nelle mani di Dio ma, stavolta non basta che ci mandi il figlio”! “Dobbiamo recuperare risorse con l’abbattimento del debito pubblico – Paola Savona – bisogna recuperare 40/50 miliardi”. “Ci vogliono proposte coraggiose – Tito Boeri – snellire quella giungla di trasferimenti, detrazioni e agevolazioni dell’Irpef di scarsissima efficacia e finanziare nuove risorse con riduzione immediata del cuneo fiscale sul lavoro, ricordiamoci che ci sono 3 milioni di lavoratori a casa, dobbiamo abbassare le tasse che gravano sul lavoro e rilanciare l’economia interna”.

Grillo ha le idee chiare sulla situazione: ” Ci mettono uno contro l’altro, il farmacista contro il tassista, per fare cosa? il messaggio è chiarissimo, siamo nella merda perché non si pagano le tasse ma, non è vero”…

Grillo vuole la rivolta fiscale ? – Feltri: “Grillo vuol dire che pur aumentando il prelievo fiscale succede sempre il fenomeno ripetitivo che  lo Stato continua a spendere di più e secondo Grillo sappiamo con quale criterio dissennato ci hanno governato”.

La fiducia è al lumicino, il sistema è marcio, ingessato e chiunque andrà a governare non ce la farà, è un’impresa impossibile, questa crisi sancisce la sfiducia motivata nella politica attuale, bisogna cambiare ed è proprio questo il movente del successo di Grillo. Ne abbiamo viste di tutti i colori e questo ha creato cattive abitudini negli italiani, un dissesto lungo crea rassegnazione. Solo una nuova politica, scelta dagli elettori, rinnovata nei princìpi,  potrà dare la possibilità agli italiani di tornare al voto e Grillo in tutto questo rappresenta lo sconvolgimento. “L’amo provati tutti”, afferma sinteticamente un tassista romano, ma è proprio qui che risiede il nocciolo della questione. Ci si avvicina al momento della verità, Grillo è nato per un deficit oggettivo della politica, ha scosso l’energia nei partiti che si sentono minacciati, le poltrone scricchiolano come la salvaguardia dei propri interessi. Grillo nasce dal basso, è voce popolare del malcontento, nasce per contrastare il centralismo, i privilegi, le ruberie, la corruzione, grida la voglia di cambiamento e si impegna a contrapporre un movimento chiaro con intenti pubblici. Grillo è il voto della disperazione, è la voce della guerriglia urbana,  assolutamente legittimia in un momento di crisi dove i partiti non vedono e non propongono via d’uscita.

Grillo è una nuova lente dove guardare al futuro. Punta a una vera e propria rivoluzione culturale che porti la gente a cambiare modo di pensare. Proprio per questo Beppe Grillo piace sempre di più alla gente, agli elettori, perchè pensa alla gente, perchè fa parte della gente.

Insomma c’è un nuovo fantasma che si aggira per l’Europa…


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