Un pomeriggio con il sole in un paese del Salento, arrivo nei pressi del Bar Natale che sta nel mio paese per aspettare un amico. Sono a San Cesario di Lecce il paese più bello del mondo e che tanto amo. Arriva Salvatore Capone fresco di candidatura alle Primarie del Partito Democratico per la scelta dei Parlamentari, mi saluta e io ricambio cordialmente come sempre. Poi ecco Roberto Malerba agrotecnico, cultore di botanica e giardinaggio e, secondo la mia opinione, l’unico Esperto di Gelsi e Bachicoltura del Salento.
In giro per le strade di San Cesario di Lecce Facciamo un giro in paese, mi confessa che non ci veniva da tanto e che ricordava quando per andare a Lecce lo si doveva attraversare tutto prima da via Dante e poi Piazza XX Settembre, Via Manno, Piazza Garibaldi fino a giungere in Via Vittorio Emanuele III e di li a Lecce. Ricorda pure quando fecero la Circonvallazione, gli sembra di ricordare che fosse il 1965 – 67.
I giardini del Salento Mi dice dei giardini del Salento che dalla fine del ‘700 agli inizi dell’’800 diventano l’emblema della ricchezza dei ricchi commercianti di vino e di olio. Soprattutto vino che viene ottenuto strappando la terra alla palude per farne vigneti. I ricchi vollero i loro giardini uguali a quelli della Reggia di Caserta o addirittura come quelli di Versailles. L’attenzione di Roberto si fissa soprattutto agli anni che vanno dal 1850 al 1930 quando oltre alle infrastrutture delle Ferrovie Sud Est e dell’Acquedotto Pugliese arrivano grandi giardinieri chiamati da questi nuovi ricchi tra cui il famoso Porcinai. L’amico Roberto ha scoperto che tutte le piante che arrivarono in Salento in quel periodo erano del vivaista Sgarravatti di Saonara (Padova). Le piante di Sgarravatti Roberto me le elenca tutte: Giglio di Sant’Antonio Lilium candidum, Calle zantedeschia aethiopica, Violetta di Parma Viola spp. Lingue delle suocere aspidistra, Aupuba japonica, Fresie delle Iridaceae, Iris delle Iridacee, Tulipani del genere Tulipa della famiglia delle Liliaceae, Dahlie Cav., 1791 della famiglia delle Asteraceae, Zinnie, petunie, giacinti. La particolarità che ha notato Malerba in queste piante di Sgarravatti è che tutte sono colorate o di Bianco, Rosa e Rosso oppure Bianco, Rosso e Blu. Inoltre i giardinieri che curavano questi splendidi luoghi di delizia e di ostentazione dei ricchi portavano a casa i semi oppure le talee riproducendole nelle corti o nei loro giardini. Roberto Malerba afferma che questo patrimonio di piante è rimasto immutato nel tempo tanto da rappresentare un relitto genetico e un UNICUM a livello mondiale. Sarebbe interessante se i botanici dell’Università del Salento facessero fare delle tesi sull’argomento. Non c’è più un giardino che ricordi il lusso di allora. Oggi infatti ci sono solo briciole di quel Salento, piccole tessere di un puzzle. Io gli ho chiesto perché non avesse pensato di rifare un giardino così com’era allora. Roberto mi ha risposto che non si tirerebbe indietro anche perché lo farebbe in collaborazione con l’Orto Botanico dell’Università del Salento con il collega Fabio Ippolito. Un turismo dei giardini del Salento I re normanni, Federico II, la dominazione spagnola, i Borboni e il Regno delle due Sicilie.La storia del Salento è lunga, e abbraccia diversi millenni, tra guerre, usanze, costumi, aneddoti e storie di tutti i tipi. Ma, un punto fermo c'è; tutte queste dominazioni e re ci hanno lasciato un tesoro d'arte e di verde che impreziosisce Lecce e i suoi dintorni. Dagli antichi viaggiatori storiografi ai moderni viaggiatori è stata tramandata l'immagine di un Salento rigoglioso, ricca di giardini, con dovizia di particolari. Perché non farne la meta turistica dei visitatori della Lecce barocca? San Cesario potrebbe diventare il giardino di Lecce? Sono questi pensieri che mi venivano in mente sentendo parlare Roberto. L’ex distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce Non so perché mi è venuta in mente la frase di Phantom F. Harlock “I sogni non svaniscono finché le persone non li abbandonano” che campeggia sulla pubblicazione sull’ex Distilleria De Giorgi che volle fare Antonio Girau Sindaco di San Cesario dall’inconfondibile cognome. Ed è per questo che mi è venuto in mente il giornalino che da anni si pubblica a San Cesario di Lecce che ha un nome legato alle distillerie l’alambicco. C’è scritto sull’ultimo numero de l’alambicco “Finanziato il primo lotto del recupero della ex distilleria: il giardino storico diventerà Parco Urbano, un’area verde attrezzata anche per eventi culturali. Dalla prossima estate la Distilleria De Giorgi tornerà a vivere”. E continuando si legge ancora “Il giardino storico sarà riportato al suo antico splendore: sarà restaurata la vasca d’acqua con la fontana centrale e ripristinato l’impianto idrico; l’antica voliera in lamiera sarà recuperata e ricollocata nel giardino; saranno ripristinati i vialetti interni del giardino e il percorso pedonale; saranno restaurate e ripristinate le colonnine in pietra leccese che delimitano il perimetro del giardino. Sarà inoltre installata una balaustra in legno di delimitazione dell’area verde.” Sono 500mila euro quelli del finanziamento ottenuto per la realizzazione dei Piani Integrati di sviluppo territoriale. Ho chiesto a un assessore se si potesse intervenire con le piante di Sgarravatti, se si poteva rendere il parco urbano meta dei circa 2 milioni di turisti che ogni anno arrivano nel Salento. Mi piacerebbe che grazie alla botanica e all’Agraria il mio paese divenisse meta dei turisti di tutto il mondo, mi piacerebbe che questo determinasse la ricchezza e il lavoro per tanti miei concittadini. Mi hanno detto che devo parlarne a Salvatore Capone. Io te lo sto scrivendo Salvatore, se vuoi ti porto Fabio Ippolito dell’Orto Botanico dell’Università e Roberto Malerba per illustrarti cosa si potrebbe ottenere dalle piante di Sgarravatti. Che ne dite? Vale la pena tentare? Non so perché ma mi è tornata di nuovo in mente la frase di Phantom F. Harlock “I sogni non svaniscono finché le persone non li abbandonano” di Antonio Bruno