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Un bimbo che riposa cresce bene

Creato il 29 agosto 2015 da Antonioriccipv @antonioricci

Un bimbo che riposa cresce bene. mentre un bambino che dorme male, è un bambino che non rende. Iperattivo, agitato. Le difficoltà scolastiche e i problemi legati all’apprendimento, possono dipendere dalla cattiva qualità del sonno. Non sottovalutate l’importanza del sonno dei bambini.

Un bimbo che riposa cresce bene

Il sonno costituisce circa un terzo della nostra vita. Rappresenta un ampio periodo durante il quale l’organismo si riposa e risparmia energia. Non sappiamo con esattezza a cosa serva, ma sicuramente è importante studiarlo perché la qualità del sonno condiziona irrimediabilmente la qualità della nostra vita.

Ma a cosa serve il sonno? Quali sono i principali disturbi che ne compromettono la qualità? Quali esami si possono effettuare per risalire alle cause funzionali delle notti irrequiete dei piccoli?

Va specificato che esistono varie teorie circa l’utilità del sonno:

  • serve a ordinare quanto si assimila durante il giorno;
  • rappresenta il momento del riposo e permette alle cellule dell’organismo di ricaricarsi;
  • è funzionale allo sviluppo dell’essere umano. Non a caso, infatti, un neonato dorme circa 18 ore, che diminuiscono nelle successive fasi di crescita – da adulti si dorme meno di quanto si vorrebbe – fino ad arrivare all’età più avanzata, in cui si presentano problemi di insonnia e non si riesce più a dormire quanto si dovrebbe e come si vorrebbe.

Tra le funzioni del sonno, la più importante è legata al riposo, allo sviluppo cognitivo e all’apprendimento. Da questa considerazione è facile intuire come nel bambino il sonno sia un bene prezioso, indispensabile per il suo corretto accrescimento psico-fisico.

Negli ultimi anni c’è stata una sempre maggiore attenzione al sonno in età pediatrica e lo dimostra non solo la letteratura internazionale, ma anche la crescente richiesta di esami polisonnografci.

Un bambino che non dorme è un grosso problema, non solo per i suoi genitori, che devono gestirlo durante la notte, ma per l’atteggiamento che il bambino assumerà durante il giorno.

Circa il 20-25% dei bambini che vivono nei paesi occidentali presenta disturbi del sonno. Tale percentuale, già molto elevata, sembra essere in aumento a causa delle modificate abitudini sociali –più tempo davanti ai giochi, alla televisione, ai video-games- e alimentari, con un aumento dell’obesità.

I sintomi sono molto variabili a seconda del problema. Durante il sonno si possono segnalare:

  • russamento;
  • sudorazione profusa;
  • episodi di risveglio e sonno agitato;
  • terrore notturno;
  • enuresi (pipì a letto);
  • crisi di apnea con cianosi;
  • difficoltà respiratoria.

Generalmente la reazione diurna a un problema notturno è differente tra adulto e bambino: un adulto che non dorme è sonnolente e ha difficoltà a rimanere sveglio, soprattutto nei momenti più impegnativi della giornata.

Un bambino che non dorme, o dorme troppo poco, sarà al contrario iperattivo, irrequieto, difficile da calmare. Può inoltre presentare respirazione orale, alitosi, irritabilità o sonnolenza, disturbi dell’apprendimento e del rendimento scolastico, iperattività e deficit dell’attenzione, disturbi dell’umore e del comportamento fino ad arrivare ai ritardi psicomotori e dell’accrescimento.

Nella maggior parte dei casi la causa è imputabile all’ipertrofia adeno-tonsillare che gli specialisti otorinolaringoiatri, attraverso l’ausilio di altri esami funzionali, decideranno se risolvere attraverso una tonsillectomia o attraverso una terapia medica, con l’indicazione di altri specialisti.

Per studiare il sonno, e tutte le patologie che ne compromettono la qualità, si possono effettuare esami, volti alla registrazione e al monitoraggio del paziente durante le ore di sonno e di supporto all’identificazione di eventuali cause organiche legate al cattivo riposo. Laddove dalle indagini condotte non dovessero evidenziarsi problemi funzionali, di concerto con gli psicologi saranno approfonditi eventuali aspetti emotivi e psicologici del paziente che possono inficiare la qualità del suo sonno.

Il primo step di indagine è la saturimetria semplice o pulso-ossimetria, che registra la saturazione ematica dell’ossigeno e, se evidenziano eventuali desaturazioni, permettono di confermare in modo sufficientemente affidabile il sospetto di apnee notturne. Le apnee producono una diminuzione transitoria dell’ossigenazione, che interessa tutti gli organi in modo importante, non solo a livello periferico. Quindi un bambino che presenti apnee continue e frequenti, non avrà come effetto solo il russamento, ma presenterà un problema di tutto l’organismo. La prevalenza della sindrome di apnee ostruttive nei bambini è circa 0.7-3.0%.

Con la pulso-ossimetria notturna è possibile registrare anche le variazioni della frequenza cardiaca. Ossigenazione e frequenza cardiaca sono informazioni che permettono di confermare o escludere la presenza di una ipossia – condizione patologica determinata da una carenza di ossigeno nell’intero organismo – significativa.

Il dispositivo non è in alcun modo fastidioso: è costituito da un piccolo dispositivo collegato con un sensore cutaneo a livello del dito.

Un esame più approfondito è la polisonnografia, che può essere cardiorespiratoria o completa

La full Polysomnography –polisonnografia completa- registra anche canali elettroencefalografici, per studiare gli stadi del sonno attraverso una telecamera, che riprende sia i movimenti oculari che i movimenti mentonieri.

La polisonnografia completa rimane l’indagine di scelta in tutte le patologie complesse o di difficile interpretazione diagnostica.



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