Dopo aver sperimentato un breve periodo di amorevole condivisione, due coppie gay (due uomini e due donne) sono finite in tribunale per chiedere l’affidamento del loro bambino.
Tutto nasce quando una coppia di uomini dona lo sperma di uno di loro ad una coppia di donne, dal quale nasce un bambino. Ogni coppia acquista appartamenti identici a New York, ristrutturandoli, decorandoli e arredandoli nello stesso modo, per dare l’impressione al bambino di vivere nello stesso ambiente. Di comune accordo dividono l’anno in quattro ruotando i doveri genitoriali tra di loro.
Il complesso progetto è stato studiato con l’intenzione che tutti e quattro potessero vivere il ruolo genitoriale in modo primario.
Tutto è iniziato nel migliore dei modi, ma entro i nove mesi l’esperimento purtroppo è crollato.
Susan Bender, avvocato che rappresenta una delle donne ha commentato: “Siamo entrati in aula e il giudice stava leggendo la petizione. Non dimenticherò mai l’espressione sul volto del giudice “, dice Bender. “Lei alzò gli occhi, guardò le parti, e mi disse: Avvocato, mi spieghi”.
La comparsa sulla scena giuridica dei genitori surrogati e di coppie con lo stesso sesso hanno complicato i casi di affidamento di bambini.
Se parliamo di genitorialità, a prescindere dall’essere “etero” oppure “omo”, quello che non deve essere perso di vista e che dovrebbe rimanere al centro di qualsiasi discussione, è il benessere del bambino.
I genitori dovrebbero collaborare per creare un ambiente familiare accogliente, sereno e ricco di amore, che contribuisca ad un sano sviluppo psicologico del bambino.
Vivere in un clima familiare teso favorisce l’insorgere di problematiche come ansia, insicurezza e scarsa stima di sé.
Fonte: New York Post
http://nypost.com/2015/08/30/inside-new-yorks-complicated-new-world-of-custody-cases/
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