Magazine Cultura

Un boato

Da Olivierifrancesco

Un boato

Un boato
Un boato
Prima di tutto un boatoChe qui vien giù tutto è la fine del mondoDove sono i bambini?Gli allarmi delle auto sono i primi ad urlareCorrere è sempre stata la mia passionePerché raccontavo attraverso i piedi la terra che mi lasciavo alle spalleDove sono i bambini?La torre del paese è volata giùCome un castello di cartaDisintegrataUn boatoPrima di tutto un boatoDopo le sirene ad urlare ci pensa la genteSconosciuti e amici per la pelleFamiglie e animali che brulicano nella notteIn fuga dalla terraMa la terra sta sotto cristoÈ quella che ci sorreggeScappare dalla terraQuella che ci tiene attaccati per non sfuggire all’universoLa chiamano legge di gravitàE le crepe si allarganoLe tubature saltanoIl tempo rallenta la sua andaturaUn boatoPrima di tutto un boatoDove sono i bambini?La terraSono sempre stato legato a leiSu di lei c’ho dormitoC’ho fatto l’amoreCon lei ho trascorso la mia vitaAnche quando ero in aria per qualche viaggio di lavoroSapevo che prima o poiL’avrei ritrovataUn boatoPrima di tutto un boatoStanotte i miei piedi non corronoE’ la terra che corre sotto di meCorre come una locomotiva impazzitaSbrana il senso di stabilitàQuello a cui mi ero abituatoUn uraganoMa del sottosuoloUn uragano di terra in movimentoUn uragano che squarcia la vitaPure i morti vengono spostatiMentre noi vivi facciamo la conta di chi è rimasto e di chi è finito nella sua panciaUn boatoPrima di tutto un boatoPoi tendopoliStorie di salvataggiPianti per quelli che hanno raggiunto chi già nella terra ci stavaLe case genuflesseLe chiese in ginocchio a pregare un dio di passaggioLa paura  negli occhi di chi ancora respiraUn boatoPrima di tutto un boato.
©OlivieriFrancesco

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog