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Un brivido nel piatto!

Creato il 23 aprile 2013 da Italiabenetti @italiabenetti

Il casu marzu Un brivido nel piatto!
Casu marzu significa letteralmente formaggio marcio ed è una specialità proibita sarda dal sapore piccante e dall’odore molto penetrante.  Specialità perchè chi lo ha assaggiato, vincendo una certa ripugnanza, giura che sia ottimo; proibito perchè l’unione europea ha proibito la vendita di questo formaggio tipico, che ha in effetti una particolarità un po‘ ripugnante…ossia è infestato di larve. E a quanto pare sono proprio le larve a conferire a questa prelibatezza il suo gusto unico.  Ma andiamo con ordine. Un brivido nel piatto! Il casu marzu è un prodotto alimentare sardo che la cui preparazione iniziale non differisce da quella del noto pecorino; dopo circa tre settimane di stagionatura il formaggio viene messo all'aperto per dare la possibilità alla mosca casearia (Piophila casei) di deporvi le uova, da cui si schiuderanno ben presto le larve.  Le larve si nutriranno del formaggio, fermentandolo e facendogli assumere così il suo gusto particolarmente pungente e una consistenza squisitamente cremosa.  Dopo circa tre mesi dalla sua produzione, il famoso casu marzu è pronto per essere gustato, insieme ai suoi abitanti! Le larve della mosca casearia sono molto piccole e non sopravvivono nell’ambiente acido dello stomaco umano, molte delle paure per la salute che questo formaggio ha scatenato, sono di conseguenza infondate.  Inoltre nel caso in cui le mosche siano contaminate con agenti batterici il formaggio che ne scaturisce si evidenzia per un particolare colorito che i produttori sanno subito riconoscere, per cui non preoccupatevi, potete gustarlo in tutta sicurezza! Un brivido nel piatto!
Certo, se siete deboli di stomaco, forse potete limitarvi ad annusarlo e guardarlo…

Il casu marzu è stato inserito all'interno della banca dati dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.  Rientra tra quelli che la Regione Sardegna vuole proteggere ed è stato richiesto all'Unione Europea il marchio DOP per tutelarne la denominazione d'origine Casu Marzu e salvaguardarlo dalla pirateria alimentare. Dal 2005 alcuni produttori in collaborazione con Facoltà di Veterinaria dell‘Università di Sassari hanno cominciato una produzione „controllata“ e in condizioni igieniche sicure, per rientrare entro le norme di legalità igienico sanitaria dell’Unione Europea,  utilizzando per la produzione mosche casearie di allevamento (e quindi sicure). La mia bis-nonna, morta alla veneranda età di 100 anni, diceva sempre „Ogni panza gà un’usanza!“…ogni pancia/palato ha un gusto diverso= ogni persona trova buone cose diversi, cibi differenti. Che ne dite il casu marzu, fa per voi?
E ora qualche interessante filmato. In italiano
In inglese
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