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Un brivido sabaudo: Massimo Tallone, Il fantasma di piazza Statuto

Creato il 28 maggio 2012 da Consolata @consolanza

Il nostro vulcanico Massimo Tallone ha fatto di nuovo centro con Il fantasma di piazza Statuto (edizioni e/o), pezzo di bravura in cui dà voce a Annetta, quasi settantenne governante della famiglia Doro e ex portinaia nel medesimo stabile. La storia è un vero giallo come Dio comanda, con scale che scricchiolano, dipinti misteriosi, galleriste procaci, morti e investigatori privati (per quanto sui generis). In più ci sono medium, sedute spiritiche e fantasmi. Un pittore morto, fruscii notturni, segreti sepolti in un computer. Il tutto a Torino, che è sempre una gran bella location, in luoghi ben descritti e riconoscibili, con una piccola trasferta in collina, giusto il tempo per una marenda sinoira. E abbandonato per una volta il Cardo, scorrettissimo, puzzone e sgangherato eroe dei suoi precedenti romanzi, questa volta Massimo Tallone, con l’esilarante monologo interiore  di Annetta che copre tutta la vicenda del romanzo, ha creato un distillato di sabauda riservatezza, perbenismo, rispetto per le regole, consapevolezza dei ruoli sociali, amore per le tradizioni, il tutto condito da un filino di tranquilla ironia. È un ricamo bandera per voce sola, una coperta all’uncinetto di parole precise come la vita e divertenti come un solletico beneducato. Non dirò una parola di più sulla storia perché qui c’è il mistero, e il plot non tollera spiate. Chi poi avesse la nostalgia del Cardo, delle sue schifezze e della sua abilità a dipanare misteri, non ha che da aspettare l’autunno, quando uscirà la sua prossima avventura.  

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