7 OTTOBRE – Nel calcio i numeri hanno la loro indubbia importanza perché sono sempre in grado, in maniera oggettiva ed assolutamente incontrovertibile, di portare alla luce vizi e virtù di qualsiasi formazione. La scorsa settimana non è sicuramente passato inosservato, quanto pubblicato da uno dei maggiori quotidiani sportivi nazionali, riguardo un interessante articolo che indicava nel Chievo la squadra che in serie A “corre” di più. Un dato estremamente significativo che messo a confronto con l’attuale stato di emergenza dell’Hellas, bersagliato da una serie impressionante di infortuni e ancora alla ricerca della prima vittoria, lasciava intendere, senza tanti giri di parole, come la squadra di Maran fosse l’indiscutibile favorita. Il derby di sabato sera, quindi, aveva il sapore di un incontro dall’esito già scritto, con i gialloblù di Mandorlini eletti loro malgrado al ruolo di vittima sacrificale. Il bello del calcio, però, è che i pronostici, anche quelli più scontati, sono fatti apposta per essere disattesi. Così è stato anche per la prima stracittadina di quest’anno dove poco ci manca che ad uscire dal campo con i tre punti in tasca fosse proprio la squadra sulla carta meno favorita. Il Chievo, apparso meno pimpante del solito, ha cercato di fare la partita mentre il Verona ha privilegiato la fase difensiva con l’obiettivo di sfruttare le eventuali ripartenze. La squadra di Mandorlini ha affrontato l’incontro con lo spirito giusto, fortemente proiettata a portare a casa un risultato positivo mentre gli uomini di Maran si sono fatti particolarmente notare nell’ultima mezzora, quando, alla ricerca del pari, hanno dimostrato di essere una squadra ben organizzata, con una precisa e chiara idea di gioco. Tra i gialloblù hanno ben figurato i due centrali Moras ed Helander – quest’ultimo fresco di convocazione nella nazionale maggiore – e il trio di centrocampo, formato per l’occasione da Viviani, Greco e Hallfredsson. L’unica nota dolente riguarda, invece, la fase offensiva, affidata per l’occasione a Juanito Gomez, vista la contemporanea assenza di Toni e Pazzini. L’attaccante argentino gioca con ammirevole volontà e abnegazione, tuttavia la sua poca attitudine a far salire la squadra, complica non poco la possibilità di ripartire e la conseguente pericolosità sotto porta. La rete di Pisano, viziata da un clamoroso fuorigioco, ha improvvisamente spostato gli equilibri dell’incontro con un Verona “colpevolmente” arroccato a difesa del vantaggio acquisito ed un Chievo proteso in avanti all’immediata ricerca del gol del pari. Il risultato finale, alla fine, premia sicuramente più gli uomini di Mandorlini, che portano a casa un punto molto importante per la loro deficitaria classifica. Fortunatamente arriva adesso la sosta per gli impegni per la nazionale che darà occasione allo staff medico di recuperare alcuni infortunati, Giampaolo Pazzini in primis. In queste due settimane Mandorlini ed i suoi collaboratori dovranno lavorare anche alla tenuta fisica e mentale dei propri giocatori perché troppe volte le reti avversarie sono arrivate nei minuti finali, segno che il livello di concentrazione non è ancora in grado di resistere sino al novantesimo. In situazioni come questa, tuttavia, servono calma e razionalità, lasciando da parte istinto e frenesia. Alla ripresa del campionato i gialloblù dovranno affrontare ben quattro partite in quindici giorni rispettivamente contro Udinese e Fiorentina in casa e Sampdoria e Carpi lontano dal Bentegodi, un tour de force decisamente impegnativo. L’importante sarà, comunque, riprendere quanto prima confidenza con i tre punti perchè la vittoria, come si sa, rimane sempre la miglior medicina.
Enrico Brigi
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