Un caffè a regola d'arte

Creato il 05 febbraio 2011 da Nicol Lynne
Caffè-addicted? Il caffè è il vostro personale vizietto? Come ordinarlo? Espresso, macchiato, corretto o ristretto? Lungo, americano, doppio? Macchiato caldo, con schiuma o freddo?
Siamo davvero incontentabili noi italiani? O abbiamo semplicemente trasformato un'abitudine in un'arte?
Tutto inizia da un semplice chicco che se lavorato con passione e macinato con precisione riesce a dar vita - quasi fosse un arcano processo alchemico - a una bevanda gustosa piuttosto che l'acqua sporca cronicamente servita all'estero. In Italia, invece, il caffè si trasforma in rito, in pausa da trascorrere con gli amici o con i colleghi oppure in un modo semplicistico per ricaricare le batterie quando si è esausti. Insomma, nella notte dei tempi, il caffè nel nostro bel Paese si trasforma in una vera e propria filosofia di vita. Eccone un ironico esempio:
Nel mondo:

(Dal web)


In Italia:


Niente da fare. In Italia sappiamo goderci i piccoli piaceri della vita, sappiamo come affinarli e come renderli migliori giorno dopo giorno. Nella maggior parte dei casi si ordina un classico espresso o - tanto per dare un giro di vita - si chiede un caffè corretto ma - agli estremi delle sue possibilità - il caffè può essere preparato in un'infinità di modi e riservare piacevoli sorprese. Un caffè d'orzo in tazza grande per permettersi il lusso di fare due chiacchiere con gli amici sorseggiando una bevanda perennemente bollente, un decaffeinato per chi ha già fatto un paio di giri al bar e non vuole nè compromettere la propria salute, nè rinunciare a un ulteriore, gradito e forse inaspettato invito. Un caffè al gingseng per le signore alla moda e un caffè marocchino per i più golosi.
Ce n'è per tutti, a patto che il caffè non venga servito in un bicchiere di carta (stile Starbucks) o sacrilegalmente annacquato tanto da renderlo acqua sporca o brodaglia dal colore improponibile.
Curiosità: il caffè sospeso. Si dice che una delle tradizioni napoletane che hanno caratterizzato in passato la vita dei bar di Napoli, ma che purtroppo con il tempo sono state dimenticate, sia proprio quella del caffè sospeso. Entrando in un bar si poteva trovare un caffè in omaggio pagato da un’altra persona, che lo lasciava appunto in sospeso per chi volesse consumarlo. Felice o soddisfatto per qualsivoglia ragione, il napoletano rendeva pubblica la sua positività e trasmetteva buon umore al fortunato e ignaro cliente successivo regalando (metaforicamente) al resto del mondo un buon caffè. Un modo signolare per augurare il buongiorno al prossimo. Saggezza e positività regalata quodianamente a piccoli sorsi (vedi De Crescenzo).
Ditemi come prendete il caffè!
Per rompere il ghiaccio svelerò che, ultimamente, non disdegno a metà mattinata un buon bicerin...

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