E poi l'aberrazione finale: le partite vendute. Come se nessuno lo sapesse. Ci sono squadre che verso marzo-aprile cominciano a perderle tutte. Non sarà solo un calo fisico, no?
Come siamo arrivati a questo?
Abbiamo creato il mito del calcio, pensando che fosse bello e pulito: un esempio dell'italianità. Non abbiamo fatto i conti con la realtà: gli stadi sono diventati lo specchio della società. Il luogo in cui si riassumono le violenze quotidiane, dal tifo trasformato nell'insulto dell'avversario, all'aggressione dei sostenitori altrui, fino alla corruzione. Cosa c'è di più italiano che questo calcio infangato nelle scommesse, nelle partite truccate, nella finzione allo stato puro?
Nello stadio, infatti, la violenza sportiva si è trasferita, si è nascosta da un lato (le scommesse illegali, le partite truccate, gli ultrà che minacciano i giocatori se vincono!); dall'altro lato si mostra in tutta la sua forza. E' il cosiddetto tifo ultrà a fare da collegamento tra questi due pervertimenti della violenza sportiva che stanno distruggendo il calcio italiano. Tifo che non concerne più solamente alcune frange, ma che è diventato tifo di massa: ormai non si può tifare una squadra senza attaccare l'altra a tutti i costi, in campagne di "verità" vergognose. Il pessimo giornalismo italiano, come dicevo, ci ha messo tanto del suo. Concentrato sui millimetri di ogni azione, infatti, non si è accorto del sistema calcistico completamente marcio. E, contemporaneamente, ha svilito la bellezza di un grande sport. Perché non conta più la partita, contano i singoli avvenimenti.
E, ovviamente, essendo fatti staccati tra loro, ognuno li può leggere come gli pare, darci l'interpretazione che vuole. Perché nessun altro gli chiederà di spiegare la propria interpretazione del calcio, il senso che quello sport ha per lui. Sono giornalisti-tifosi, diremmo, se non ritenessimo che il tifo è stato influenzato dal pessimo giornalismo.
Questo sistema di tifo di massa, poi, si è trasferito nelle società calcistiche. Sono senza fine gli interventi in cui allenatori e dirigenti si lamentano dell'arbitraggio. E non si parla d'altro. Spesso per questioni di millimetri su cui neanche la tecnologia potrebbe esprimersi in modo definitivo. Il caso del Milan è imbarazzante: vincerà il campionato, perché è la squadra più forte; intanto ha già vinto quello delle lamentele. Ci può stare tutto, anche le lamentele. Perché nel calcio ci sta ogni risultato e ogni errore arbitrale. Però preferisco quelle squadre che si giocano le partite sul campo. Senza cercare scuse, senza lamentarsi troppo: esaurendo nei 90 minuti la questione.
A parer mio le esternazioni di Galliani, la foto taroccata del sito del Milan (che poi si rivela non esserci: video-intervista) e tutte le lagnanza che ogni tifoso e giornalista si sente in diritto di fare, si accompagnano degnamente al calcio scommesse, alle partite truccate con risultati comprati e venduti. Sono atteggiamenti figli di uno stesso sistema. Non debelleremo gli uni, senza toccare anche gli altri.
Riporto l'intervista a O. Beha:
Buonasera Beha, il calcio continua a sfornare scandali e la gente continua a meravigliarsi. Possibile che tutto questo sistema non sia abbastanza chiaro?La gente continua a meravigliarsi come forma di difesa, perché non vuole normalizzare un sistema malato ormai evidente. Se la gente non si stupisse ogni volta di queste vicende, non andrebbe più allo stadio e tutto il sistema crollerebbe. Il problema non riguarda solo il calcio, ma la società italiana. Questo sport ormai equivale al Wrestling.
Ogni volta emergono singoli episodi relativi a qualche società, ma continuiamo a sentire che il calcio è sano. Quanto può essere vera un’affermazione del genere?Devono dirci che il sistema calcio è sano per difendere gli interessi delle tante aziende in ballo. E’ evidente che questo sistema è marcio, ma è solo una faccia di un intero sistema nazionale messo ancora peggio. In quest’occasione, l’autogol non l’ha fatto Masiello, ma l’intero sistema Paese.
Inter, Milan, Juventus, possibile che i grandi club siano estranei a questi affari?E’ già successo che alcuni giocatori di queste squadre, anche nel giro della Nazionale, abbiano avuto problemi con le scommesse, ma le grandi società, per il momento, hanno logiche di mercato diverse. Il discorso riguarda maggiormente i piccoli club, che, a fine stagione, vendono le partite per ripianare i propri bilanci, è una cosa ormai nota.
Esisterà mai un modo per mettere fine a questi scandali pallonari o gireranno sempre troppi soldi?Lo ripeto, finchè il sistema Paese sarà marcio, anche il calcio ne subirà le conseguenze. Manca la volontà politica di mettere fine a tutto questo, basti solo pensare che nel 2011 il gioco d’azzardo ha realizzato un fatturato di 76 miliardi di euro, l’equivalente di una o due manovre finanziarie.
Sulla partita di ieri si possono fare considerazioni simili: il direttore della Gazzetta dello Sport, oggi, afferma che è stato un "regalino". Continuiamo così, andiamo avanti con gli ammiccamenti.
A me, che pure pensavo che il Milan ce la poteva fare, sono piaciute le parole di Guardiola a fine partita: impariamo dallo stile di chi sa giocare a calcio: