Matilde, Giovanna, Antonella e Tina: donne, donne intorno ai trent’anni, donne del sud.
I tre requisiti necessari di una precarietà inevitabile, a leggere qualsiasi dato, studio o ricerca, dall’Istat alla Cgil, da Confindustria al Fondo Monetario Internazionale: genere, età, territorio.
Una precarietà che rende invisibili, che può uccidere.
Api Operaie
Donne nuove le vedo camminare anche su queste trazzere del Sud -ogni tanto un morto ammazzato- i loro piedi agili stanno imparando a scavalcare ogni ostacolo…
Sono donne più mature e consapevoli e sono già numerose crescono e si moltiplicano come api ronzanti di fiore in fiore succhiando ogni giorno nuova linfa per la loro determinazione, spiegando fragili ali drizzando acute antenne sopra un mondo di prati maschi che temono d’essere impollinati…
Un uomo può essere fiore se insieme agli infiniti altri si lascia crescere per formare grandi prati festosi, e la donna può essere ape infaticabile alla continua ricerca dei fiori più belli più sani ed arrendevoli pronti a cedere gocce della loro mitica esperienza…
Non più regine mangiauomini o angeli di uno stucchevole focolare ma api operaie lavoratrici con pieni diritti coscienti e libere da ogni caricatura capaci di succhiare nettare e di produrre miele per questa società imperfetta