Si è aperto il processo a carico dei cinque agenti di polizia penitenziaria accusati di intralcio alla giustizia, violenza privata e lesioni gravi, commessi ai danni dell’ex detenuto tunisino Ismail Ltaief.
Ismail Ltaief, condannato a 5 anni di carcere presso la struttura di Velletri dove svolgeva il compito di addetto alla cucina, si è accorto di un sistema di irregolarità che andava avanti da tempo: vedeva regolarmente sparire quantità di cibo che alcuni agenti della penitenziaria sottraevano regolarmente ai detenuti. Ismail Ltaief, insospettito, comincia a tenere una sorta di diario degli avvenimenti e contemporaneamente ne fa partecipi i suoi compagni di cella. Tutto precipita quando Ltaief dichiara apertamente la sua decisione di portare a conoscenza delle autorità di competenza ciò che accade all’interno del carcere.
“Se non stai zitto fai la fine di Cucchi” sembrerebbero avergli intimato le guardie. E da lì un crescendo di minacce, ricatti e pestaggi ma, dopo un breve periodo di ripensamento, l’ex detenuto decide di appellarsi al Magistrato di Sorveglianza chiedendogli, di aprire un’ indagine,poiché teme per la propria vita.
Il magistrato, dopo aver visitato in carcere Ismail Ltaief e aver riscontrato vistose lesioni sul corpo del detenuto,chiede alla Procura della Repubblica competente di avviare le indagini del caso.
Secondo la testimonianza del medico legale della Procura, gli episodi sarebbero stati due, tra il 19 ed 31 maggio dello scorso anno,e il detenuto avrebbe riportato “trauma contusivo all’emitorace sinistro, frattura dell’apofisi traversa destra di L1 ed ecchimosi in sede dorso-lombare”.
Sentito in udienza Isamil dichiara: “Quando hanno iniziato a picchiarmi ho sentito uno di loro dire: non lasciamogli segni. Questo, nel linguaggio carcerario, vuol dire che volevano risparmiarmi la vita. Poi però sono caduto a terra e si sono accaniti su di me. Mi contorcevo come un verme, vomitavo e mi pisciavo addosso. Poi sono svenuto.”
Dei cinque agenti imputati del pestaggi, solo tre si sono presentati in aula; su di loro pende l’accusa di violenza privata dalla qualità di pubblico ufficiale, lesioni aggravate ed intralcio alla giustizia.
Il processo è stato rinviato al 10 novembre prossimo.
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