Avete mai sognato di esplorare lo spazio? Il nuovo gioco di Hello Games vi consentirà di farlo
Se nella notte del 7 dicembre eravate svegli come noi a seguire il VGX di Spike TV, allora è molto probabile che i quattro membri del team chiamato Hello Games siano diventati i vostri nuovi eroi personali, più che altro perché il trailer del loro nuovo No Man's Sky è stato una delle pochissime cose - insieme a quelli di Destiny e The Witcher 3, via - a redimere le tre ore di quel pessimo, terribile show. Diventata discretamente famosa con il simpatico Joe Danger, Hello Games si è data alla science-fiction o quasi, e negli ultimi giorni è finita in "prima pagina" a causa di un evento incredibile quanto sfortunato quando i suoi uffici sono stati colpiti in pieno da un alluvione che potrebbe aver rallentato lo sviluppo del gioco. La faccenda ha persino attirato l'attenzione di Phil Spencer, che si è ripromesso di dare una mano al piccolo sviluppatore... e la cosa non ci stupisce affatto, dato che subito dopo la presentazione di No Man's Sky è stata proprio Microsoft a esprimere il desiderio di veder approdare il gioco, al momento previsto soltanto per PC, anche su Xbox One. Ma cos'ha di tanto speciale No Man's Sky da essere riuscito a stregare praticamente chiunque?
Enigmatico
È matematicamente impossibile che qualcuno, su questa zolla che chiamiamo Terra, raggiunta l'età minima per comprendere il mondo circostante, non abbia alzato lo sguardo verso il cielo e desiderato esplorare lo spazio e vedere con i propri occhi quello che offre l'universo. Almeno una volta nella vita, per caso, sovrappensiero, magari in un momento difficile in cui il nostro pianeta ci ha fatto più pena del solito o dopo essere usciti dal cinema in cui hanno proiettato l'ennesimo polpettone sci-fi a base di alieni e viaggi interstellari con buona pace di Ridley Scott e James Cameron. No Man's Sky parte esattamente da queste premesse, e i quattro sviluppatori di Hello Games sono stati incredibilmente coraggiosi nello scegliere come secondo progetto una specie di free roaming che è in realtà tanti generi contemporaneamente.
E quando diciamo "quattro", intendiamo proprio quattro: Sean Murray scrive il codice vero e proprio, Hazel McKendrick si concentra sulla grafica, Dave Ream lavora sul gameplay e Grant Duncam si occupa del lato artistico. Uno, due, tre e quattro, non uno di più e non uno di meno. Un numero che ha lasciato a bocca aperta persino gli addetti ai lavori, una volta mostrato quel fatidico trailer nel mare di mediocrità che è stato il VGX 2013. Ma parliamone di questo trailer, che potete guardare (o riguardare) proprio in questa stessa pagina. Si comincia con una manciata di righe bianche su sfondo nero, poi si passa da un fondo marino, con tanto di pesci molto simili a quelli del nostro pianeta, a una carrellata di astronavi che attraversano lo spazio profondo e coste e pianure dall'aspetto e dai colori particolarmente alieni. Vediamo l'osservatore in prima persona salire a bordo di una piccola astronave che somiglia vagamente a un Ala-X e partire in direzione dello spazio, dove l'attendono chissà quali avventure. Segue un'altra carrellata di scene e situazioni: montagne innevate, deserti percorsi da vermoni che sembrano usciti da Dune, astronavi gigantesche che saltano nell'iperspazio, asteroidi distrutti a colpi di laser. Il trailer si chiude lasciandoci a bocca aperta con il titolo del gioco e una strana forma geometrica al centro che assomiglia al monolite di 2001: Odissea nello Spazio (o allo Zohar di XenoSaga, fate vobis). A quel punto possiamo essere ragionevolmente sicuri che nessuno ha ancora capito che diavolo sia No Man's Sky e che chiunque muoia dalla voglia di giocarci. Il segreto, a quanto pare, si nasconde in quelle parole all'inizio del trailer.
No Man's Sky - Trailer di presentazione VGX
Questione di atomi
"Every atom procedural", dice il trailer all'inizio. Ogni atomo è procedurale. Vediamo di capire cosa significa questo termine che ultimamente va molto di moda: la programmazione procedurale consente, in parole molto povere, di generare determinati elementi in maniera automatica tramite algoritmi piuttosto che a mano, spesso in modo del tutto casuale. L'esempio più eclatante, in termini videoludici, è senza alcun ombra di dubbio quello rappresentato da Minecraft: il mondo all'inizio del gioco è generato casualmente e man mano che lo si esplora si creano a loro volta aree completamente nuove, costruite a loro volta casualmente.
Questo meccanismo ha il grande pregio di offrire sempre qualcosa di nuovo sia sul fronte visivo sia su quello meramente ludico. No Man' Sky funzionerà esattamente così. Il giocatore inizia la sua esplorazione della galassia ai confini più esterni, a bordo di una navicella di piccole dimensioni. Man mano che ci si avvicina al centro della galassia, gli algoritmi orchestrati dai quattro geniacci di Hello Games si fanno via via più complessi ed elaborano pianeti ed ecosistemi sempre più complicati e, in certi casi, rischiosi. Il giocatore, per proseguire nell'esplorazione, dovrà recuperare delle particolari risorse che gli permetteranno di potenziare la sua astronave, magari di costruirne una più grande che possa spingersi ancora più in là, dove nessuno è mai giunto prima, e possieda la potenza di fuoco necessaria a neutralizzare eventuali minacce come fasce di asteroidi e pirati stellari. Come tutto questo si verifichi è ancora un'incognita, e sospettiamo che Murray e soci non l'abbiano definito ancora perfettamente. Le potenzialità del loro gioco, comunque, sono enormi, così come le sue ambizioni. No Man's Sky è un titolo single-player, fondamentalmente, ma propone anche un lato cooperativo che ricorda i MMO, benché Murray sia stato molto chiaro, nelle sue interviste, che non ci sono punti di contatto con titoli come EVE Online, se non il tema fantascientifico dell'esplorazione spaziale. L'interfaccia, anzi, sarà chiara ed intuitiva, anche perché Hello Games è una software house che ha lavorato soprattutto su console.
Il concetto, però, è che i giocatori potranno disegnare la loro mappa stellare e condividere con i loro amici l'ubicazione di un pianeta appena scoperto: la galassia, in fondo, è la stessa per tutti, ma saranno le informazioni generate proceduralmente dalle singole partite, e poi eventualmente condivise, ad arricchire le mappe dei vari giocatori. Su questo, però, bisognerà fare attenzione e ragionare strategicamente, perché a quel punto le azioni di tutti i giocatori con cui è stata condivisa un'informazione potranno alterare la nostra partita. Scoperto un pianeta ricco di risorse, ad esempio, potremo condividerlo con i nostri amici, consapevoli che quelle stesse risorse potranno essere prosciugate del tutto. Lo stesso vale per la flora e per la fauna: No Man's Sky prevede persino l'estinzione di una specie animale, se i giocatori hanno il grilletto troppo facile. D'altra parte, la comunicazione e lo scambio di informazioni saranno cruciali per rendere la galassia sempre più ricca e sorprendente, e potranno cavarci d'impaccio nel caso la nostra astronave sia rimasta danneggiata in un settore dove magari un nostro amico ha scoperto un pianeta ricco di risorse utili a ripararla. Sulla carta, ognuna di queste idee è assolutamente magnifica e risveglia lo spirito d'avventura e il senso di meraviglia come solo il cielo stellato riesce a fare. In realtà, non si è ancora visto nulla di concreto di No Man's Sky, e dovremo aspettare un po' di tempo - sperando che l'alluvione non abbia causato troppi danni - per scoprire se il quartetto di Hello Games sia riuscito a compiere un'impresa titanica su cui sono puntati così tanti sguardi da fare invidia alla Via Lattea.