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Un cono fragolina di bosco…provenienza: Transilvania

Creato il 19 gennaio 2015 da Eva Guidi

Ogni sera era sempre la stessa storia…tralasciamo il fatto che avessi una paura incontrollabile per il buio (fobia che mi accompagna tutt’ora), la “messa a dormire” per me era un trauma…non saprei spiegarne l’origine, ogni bimbo ha il proprio mostro sotto il letto e, come Disney ci insegna, il più delle volte pelo folto, stazza elefantiaca e occhi a palla sono le caratteristiche principali. Ma, giustamente, ieri ho parlato dell’essere strani, diversi, insomma particolari ed io sicuramente mi distinguevo già a cinque anni per qualche turba mentale…io avevo i vampiri sotto il letto! Cosa possa portare una frugoletta con la frangia spessa e i fuseaux con i lamponi a temere un mostro che appartiene più ad una sfera “adulta” che infantile non posso saperlo, fatto sta che Dracula non vedeva l’ora di trasformarmi in pipistrello.

La comicità della situazione risiede nel fatto che ultimamente il vampiro va di moda, il rosso Valentino è stato sostituito dal rosso sangue e Giuliano di Kiss me Licia soppiantato da Edward Cullen “un diamante è per sempre”. Continuando in ogni caso a parteggiare per i lupi mannari, mi sono dovuta adeguare, superando la fase “bimbaminkia” di Twilight, attraverso un’innumerevole quantità di serie tv da far invidia al più frequentato studio dentistico. Insomma, negli anni anche ai miei occhi la figura del “succhiasangue” ha perso di credibilità; dove sono finiti i mantelli neri e i visi scarni, i canini a punta e le occhiaie peste? Cosa sono tutti sti brillantini, fisici scolpiti e marmorei, gli ormoni impazziti? E’ mai possibile che io abbia trascorso così tante notti in bianco temendo un povero ragazzo dall’anima maledetta?

Finalmente, dopo anni di interrogativi e mancata rassegnazione, l’altro giorno di nuovo quel brivido lungo la schiena, il sonno instabile ed il terrore dei cinque sensi: è tornato nel mio immaginario il vero Dracula, quello crudele e spietato, assetato di sangue. Richard Matheson, nel suo “Io sono leggenda” (che nulla ha a che fare, alla fine della fiera, col film), ci proietta in un mondo dove speranza, futuro, vita, sono concetti privi di valenza e significato: un solo sopravvissuto contro una nuova società di assassini per bisogno. Conclusa la mia lettura, ho faticato, in nome dei vecchi tempi, a prender sonno, non perché avessi paura di un pipistrello in trasformazione sul mio balcone, piuttosto per la presa di coscienza che i vampiri non sono leggenda, che i vampiri esistono realmente. L’autore ci descrive il concetto di normalità come qualcosa di legato alla maggioranza,una maggioranza che uccide per guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione dei suoi simili, traendo divertimento dall’omicidio stesso, autorizzato e giustificato da un bisogno superiore e giusto. Con che coraggio noi oggi possiamo rifiutare la veridicità di questa leggenda, con che faccia possiamo negare di essere completamente in balia dei più spietati vampiri che potessimo immaginare?Davanti a bimbekamikaze, popolazioni sterminate, uomini freddati per strada, chi ha l’audacia di affermare che il conte Dracula non esiste? Sta a noi non permettergli di trasformarci in leggenda.

“E’ notevole la velocità con cui ci si adegua all’incredibile: basta vederne a sufficienza!”

iosonoleggendarichardmatheson



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