(il titolare aveva chiesto ai lettori di consigliare qualche libro: Annalisa è la prima a rispondere all'appello. Questo è il suo consiglio/recensione)Merafacente, come ha concluso mio nipote dopo la lettura di questo romanzo di Clevenger. Anche se Clevenger ovviamente non esiste. Non può esistere. Secondo me quello è solo uno dei tanti nomi, una delle tante identità del protagonista. Perché quando si comincia a leggere, appare chiaro che chi scrive non può essere un altro: non è pensabile che ci sia, dietro quelle pagine, un «semplice» autore. Chi scrive è per forza Lui, il Contorsionista. Che poi contorsionista non è, o non lo è fisicamente. Diciamo che è un contorsionista della vita, e ce lo racconta con chiarezza, con una sorta di semplicità innocente, talvolta persino con imbarazzante disponibilità di sè. E allora la storia non è una storia, la storia sono Le Storie, si gira pagina e lui diventa un’altra persona, che si infila in altri panni, altre scarpe, altro lavoro, altra casa. Tutto fatto, deciso e compiuto in modo pragmatico, utilitaristico, preciso, razionale come dovremmo forse essere tutti noi, ché altrimenti la vita che in quel momento è in corso crollerebbe e amen. Solo i pensieri reggono la continuità: l’unico angolo in cui il Tizio si permette di essere Lui, e non quello che credono gli altri. Un protagonista lucido, presente a sé stesso eppure, non c’è scampo, affezionabile, sentimentale e per nulla freddo. Capace di saltare nei diversi mondi che si sceglie, di gestire vite diverse, psicanalisti diversi, posti diversi, e di mantenere un luogo profondo, dentro di sé, dove sapere chi è e perché è. Che se poi uno sta pensando che non ha capito niente e che questa è la storia di un pazzo, non so, potrebbe anche aver ragione: basta vedere la foto dell’ultima di copertina (guardatelo bene, quello non è lo scrittore, è il Contorsionista).
Il manuale del contorsionistaCraig Clevenger (Ed.Mondadori Strade blu)