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Un coraggioso Max Amato mette in scena IN A DARK DARK HOUSE di Neil LaBute
Creato il 27 febbraio 2013 da Kirolandia @ippokiroautore: Andrea Alessio Cavarretta (IppoKiro) K-articoli Palcoscenico Recensione dello spettacolo teatrale
IN A DARK DARK HOUSE regia Max Amato, Ventitré Febbraio Duemilatredici, Teatro Cometa Off - Roma La rappresentazione di un dramma familiare tenuto sospeso sino allo sconcertante epilogo La versione di IN A DARK DARK HOUSE voluta da Massimiliano “Max” Amato destina questo interessante e controverso componimento teatrale di Neil LaBute, sino ad ora inedito in Italia, al successo. Coraggioso l’atto del regista di trattare apertamente in teatro una tematica che solo ultimamente viene discussa in profondità anche in Italia. Due fratelli, vittime in adolescenza di atroci violenze, oramai adulti, cercano nel dialogo delle risposte e forse un congiungimento. Il senso d’inadeguatezza, a tratti appena pronunciato ed in altri momenti urlato al mondo disattento, divora i due personaggi che cercano di confrontarsi, mentre ogni convinzione tende a capovolgersi. Un’unica ingenua presenza femminile compare nella sua gaia semplicità per ridefinire in parte il terribile quadro. Nei tre micro atti, perfettamente simmetrici, si nascondono mute oscurità, verità non rivelate, amori apparenti, storie di brutalità presentate in forme diverse. Il crudo e sconvolgente dramma incede e si compie lentamente, il tema centrale all’inizio sfiorato, nel suo prosieguo, diventa potente tanto da stordire e lasciare increduli. Immersi in verdi luoghi, giardini non troppo ameni, metafore di un vivere sospeso tra soprusi materiali e psicologici, i personaggi si pongono ed invitano a porsi degli interrogativi. Tra delicati crescenti, tenuti sempre molto ben a freno, quasi smorzati, in un divenire preparatorio al finale, si snodano dialoghi e confessioni, rese con complessi ed impercettibili metalinguaggi, gesti propri di anime cariche di verità. Gli attori sono tutti molto bravi, anche nella capacità di non lasciarsi mai andare ad inutili interpretazioni plateali sino a relazionarsi intimamente attraverso continue impercettibili complesse sfumature. Daniele Antonini, attore maturo, riesce a rivestire adeguatamente i panni di Terry, fratello maggiore dal modesto lavoro; indiscusso protagonista del dramma, modula vari registri interpretativi, riuscendo anche a strappare tenui amare risate, mentre grida l’incapacità del suo personaggio di comprendere le violenze subite. Luca Guastini, interprete talentuoso, è Drew, il fratello minore ed ex-giovane avvocato di successo, che convince sin dall’inizio con il suo tono sempre pacato ed infantile destinato all’amara metamorfosi finale. A lui va anche il complimento per il tema musicale che scandisce bene i passaggi del dramma. Benedetta Comito, interessante attrice, riveste il ruolo della disarmante Jennifer, sino a diventare elemento di rottura e chiave centrale non solo lieve del dramma. A lei un’altra nota di grande merito per la traduzione che, redatta insieme a Luca Guastini, riesce a rendere bene il testo in italiano senza modificarlo profondamente. Infine un grande applauso agli scenografi, Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri, che hanno interpretato scenicamente l’emotività simbolica dei luoghi dove, tra complesse differenti personalità, la narrazione della disumana tragedia giunge allo sguardo finale sospeso verso un futuro che racchiude per sempre il tremendo passato.
REGIA Max Amato INTERPRETI: Daniele Antonini, Luca Guastini, Benedetta Comito AIUTO REGIA Michele Guastini LUCI Giuseppe Falcone MUSICA Luca Guastini TRADUZIONE ITALIANA Luca Guastini, Benedetta Comito SCENE Giulio Ciccarese, Valentina Pontieri FOTO DI SCENA Manuela Parodi
PRODUZIONE DRUGO, in collaborazione con
TEATRO COMETA-OFF e ANTONIA BRANCATI S.r.l.
In scena sino al 3 Marzo al Teatro Cometa-Off di Roma
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