Se parlasse direbbe "mammaaaaaaaa, wake up!! Su dai che sono da cambiare, c'è la cena da preparare, op op op".
Poi mi canto delle canzoni in testa che mi fanno da colonna sonora durante le giornate.
Tipo scene da film. Il mio capo mi parla di lavoro e io intanto mi canto in testa la canzone del momento. Del mio momento, ovviamente completamente fuori sync con quello che passa adesso.
Quindi mi capitano delle scene così, tipo stamattina: "Sei d'accordo su questo passaggio, hai capito la modifica, ti torna?" "Uh, si si. Chiarissimo"
E intanto la mia testa se la canta. Va da sé che al momento al lavoro non sto rendendo proprio al 100% (eh eh che eufemismo). D'altra parte vengo pagata al 50% rispetto a prima, ma sto facendo praticamente full time saltando la pausa pranzo. Mi sento quasi giustificata.
Va bè e poi dicono di non sentirsi schiavi, di essere flessibili. Più flessibile di così divento Gomma, ve la ricordate? No? Si lo so inizio a invecchiare, mi ricordi di cartoni animati che manco su google trovi più.
Niente, neanche a scrivere riesco a rimanere concentrata. Sarà la primavera (uhuh adesso sfodero anche i luoghi comuni, di bene in meglio).
Ok, calma e sangue freddo. Dicevo della canzone.
Stamattina mi sono svegliata e nella mia testa è partita questa.
Sarà il momento, oppure sarà che lo vedo crescere sotto i miei occhi e nonostante tutta la fatica e le notti insonni, è una cosa fantastica e spaventosa insieme, oggi non riesco a non pensare al piccoletto che ho lasciato all'asilo.
Sorridente, con la moccola al naso (as usual) ma con un luccichio nello sguardo che, giuro, ieri ancora non c'era. Era un po' più grande, ancora un po' di più mio figlio.
E allora ripenso a quanta strada abbiamo fatto.
Adesso corre, salta, ride forte, di una risata che provoca assuefazione in chi la ascolta. Dopo la prima ne vuoi ancora.
Mi prende in giro, strizza gli occhi e arriccia il naso come a dirmi "ma va la mamma", ma quando mi vede arrabbiata mi guarda spaesato e corre ad abbracciare la prima cosa che trova di me, di solito una gamba.
Manifesta i suoi gusti, preferisce un alimento al posto di un altro, ma ha da ridire anche sulla scelta delle scarpe.
Chiama forte papà quando cerca (invano) di poltrire a letto la mattina.
Sa dire Heidi (!), "ecchiti" per dire eccolo, "ti" per dire si. Ma parla anche un mucchio di Cicciottese. E un po' si spazientisce se non lo capiamo.
Schiocca baci da lontano, ma se mi avvicino fa il duro.
Insomma, non si sa come, è diventato una personcina. E mi piace. Potrà sembrare scontato. Ma per me non lo è.
Non sarà stato un colpo di fulmine, ma ora è arrivato e fa quasi paura. Un legame mai sperimentato prima. Ecco, magari sono stata banale e un po' troppo sdolcinata. Ma in questo spazio ho deciso che non mi va di nascondermi dietro delle maschere. Sono anche questo.
Mio cucciolo d'uomo, così simile a me di quello che sono vorrei dare a tesolo le cose migliori e tutto quello che ho imparato dai miei errori, dai timori che ho dentro di me
E. Finardi