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Un Demonio per amico

Creato il 08 dicembre 2010 da Lipesquisquit
Quando ripenso al Demonio, mi torna in mente un lunedì mattina di tanti anni fa.All’ingresso dell'Itis High School (per saperne di più clicca qui e qui) c'era un gruppo di allegri bestioni che si raccontavano il loro sabato sera, eventuali grandi scopate, o grandi risse, o grandi scopate e grandi risse insieme, il tutto usando solo i vocaboli "cazzo fica spaccato culo", una conversazione interessantissima, e fu proprio in quel momento che il Demonio passò di lì.“Oh, e tu che hai fatto, sabato sera?”, gli chiesero i bestioni, pregustando una risposta da sfigato che li avrebbe autorizzati a perseguitarlo per tutta la settimana, forse per tutto l'anno.“Mah, prima sono andato in discoteca con gli amici; alle quattro siamo tornati a casa, però non avevamo sonno e ci annoiavamo. Allora abbiamo preso il gruppo elettrogeno, lo abbiamo usato per dare corrente a un saldatore, e abbiamo saldato le porte dei container dove dormivano i terremotati, così non si sarebbero più aperte"."Ma... perchè?", chiesero i bestioni, che non riuscivano a capire."Boh, così”, disse lui, con una calma innaturale.Rimasero tutti basiti. Era troppo anche per loro.Dato che non c'era più niente da dire, il Demonio prese e se ne andò, procedendo lentamente verso la classe, con le mani nelle tasche del piumino, la sua faccetta da scemo, i suoi occhialetti, i suoi capelli truzzi in un modo adorabile, la sua folle tranquillità.

Questo personaggio inclassificabile, che chiamo amichevolmente Demonio, è un mio vecchio compagno di scuola, anche se in realtà all'epoca non ci avevo legato molto. Il fatto è che non era possibile essergli amici nel modo consueto, era davvero una creatura fuori dell’ordinario, non è facile spiegarlo.Il Demonio era prima di tutto un incapace: non studiava, non eccelleva negli sport, non puntava al successo, non aveva passioni o interessi per cui poteva distinguersi dagli altri, non era bravo in qualcosa, non aveva niente di particolare per farsi valere, e poi era magrissimo e gracilino, con gli occhiali e la faccia da secchione scemo. Nessuno gli avrebbe dato un soldo di fiducia, a vederlo sembrava proprio il perdente medio, e invece la realtà era che niente, veramente niente, poteva turbarlo.Dal più debole al più pericoloso, tutti gli studenti dell'Itis High School cercavano in tutti i modi di costruirsi una reputazione da duri, di sembrare coraggiosi, cazzuti. Tante parole toste, tante gesta da cazzoni, tanta ostentazione di qualcosa che ovviamente non c'era, o che più semplicemente era compensazione di qualche mancanza facilmente intuibile. Il Demonio invece non parlava di nulla, non cercava di entrare in un gruppo, di farsi notare, era l'unico che non si poneva il problema di diventare un tipo tosto, o di dimostrarlo per ottenere approvazione, e proprio per questo era l'unico vero duro di quella scuola.Nessuna minaccia poteva avere presa su di lui, niente poteva vincerlo, niente e nessuno, nessun bulletto, nessun bestione rissaiolo, nessun aspirante delinquente che veniva a scuola armato, nessuna situazione imbarazzante o pericolosa poteva metterlo in discussione, fargli venire incertezze. Potevano accadere anche le cose peggiori, lui non ci badava.Il rendimento scolastico ovviamente era una cosa che non lo riguardava: il Demonio aveva un totale, indecifrabile disinteresse per le sue sorti scolastiche. Voglio dire, anche i peggiori elementi ogni tanto si preoccupavano per i loro voti, addirittura ne ho visti alcuni piangere per la bocciatura alla fine dell'anno. Al Demonio non gliene fregava veramente un cazzo, della scuola come della politica come dei pericoli generici.Una volta chiese ad un mio amico esperto di chimica qualche consiglio su come costruire una bomba usando l'idrogeno ottenuto con l'elettrolisi. Il mio amico gli chiese che cazzo ci doveva fare con una bomba all'idrogeno. Il Demonio gli rispose, con la tranquillità di una vecchietta che spiega una ricetta per il pranzo della domenica, che voleva farci un botto per Capodanno, che l'anno prima aveva usato una bombola del gas, ma l'esplosione modesta lo aveva deluso, e che poi la bombola era stata difficile da lavorare, aveva dovuto tagliarla con il frullino, farci cose strane, insomma, troppo complicato.Il mio amico, sconvolto, gli fece notare che con le scintille poteva aver incendiato il gas, poteva essere esploso.Il Demonio rise. Poi insistette con la storia dell'idrogeno.Restando in tema, il Demonio in effetti poteva esplodere da un momento all’altro, nel senso psichiatrico del termine.La sua tranquillità d'acciaio, infatti, conviveva con una follia spaventosa. A volte scattava in piedi, e nel silenzio totale insultava uno di noi, urlando e indicando il malcapitato con il dito e il braccio teso. Il professore di turno si voltava e trovava tutti noi sconvolti e immobili, e lui ancora in piedi che lo indicava.“Ma… sei impazzito?”, chiedeva il professore, spaventato.“Oh... ma non sono stato io”, rispondeva il Demonio, calmo come la bonaccia estiva.Era così, quando gli girava interrompeva la lezione per fare un qualcosa, provocare, urlare, ballare, saltare, correre, ruttare. I rutti, Cristo santissimo, non ho mai più sentito rutti così grandi uscire da un corpo così piccolo, erano paradossali, contravvenivano alle leggi fisiche.Le professoresse, poverine, le faceva semplicemente esaurire, e senza impegno, così, gli bastava essere se stesso. I professori invece li provocava in mille modi pittoreschi: uno in particolare, lo palpava nelle parti intime. Si, avete letto bene, ma posso giurare che il Demonio non era un pervertito, e non era gay.Era solo folle e felice, leggero e dissacrante, oscuro e cangiante. Dionisiaco, direi.Il Demonio era peggio di Tyler Durden, peggio del Comico di Watchmen. Guardandolo in azione ci si sentiva sempre spaesati, perchè la vita come la concepiva lui per gli uomini normali era insostenibile, eccessiva, troppo svincolata. Troppo libera.Per i professori, avere a che fare con il Demonio deve essere stato un incubo, e del resto non potevano proprio essere pronti, erano del tutto disarmati, completamente incapaci di affrontare lui, la totale negazione dello studente, il generatore di caos regolato sul massimo. Ovviamente, gli mettevano insufficienze e rapporti in quantità, ma insomma, potevano servire a qualcosa?

Mettere un rapporto al Demonio era come dare del villano a un vulcano in eruzione.
Solo una professoressa, rimasta nella leggenda, era riuscita a gestirlo. Del resto, solo lei avrebbe potuto, perché avevamo tutti una paura fottuta di lei. Anche gli altri professori. Anche il preside. La peggiore feccia dell’Itis High School con questa professoressa rigava sempre dritto, se la facevano veramente addosso, in sua presenza diventavano tutti agnellini.Chi ricorda questa professoressa la chiama con qualche nome da dittatore, oppure “il Terrore”, o “la donna con le palle”. Io preferisco chiamarla Medusa, perché rende l'idea, perchè è questo che faceva con noi: ci pietrificava.Il giorno che nessuno dimenticherà mai, il Demonio venne interrogato insieme ad altri due poveretti, completamente annichiliti da lei, la Medusa. Quello che il Demonio riuscì a fare quel giorno è veramente la misura di quanto fosse oltre-umano.La Medusa esigeva ogni volta che gli interrogati si disponessero sulla prima fila di banchi davanti a lei, pronti per essere tramutati in statue dall’espressione terrorizzata. Il Demonio venne chiamato, e si alzò dal banco con la sua solita faccia da scemo, calmo come sempre, o pronto ad esplodere come sempre, nessuno poteva saperlo. Prese in mano il libro, andò a sedersi con le altre vittime sacrificali. Si sistemò davanti alla cattedra, faccia a faccia con la Medusa, tenendo però il libro aperto sulle gambe, strategicamente coperto dal banco.Il Demonio aveva intenzione di sbirciare dal libro durante l’interrogazione della Medusa, qualcosa di spaventoso.Per noi quell'interrogazione fu un'esperienza collettiva di morte: eravamo tutti paralizzati, stavamo male per lui, sudavamo freddo, sudavamo sangue, sudavamo budella.Se lo scopre è morto, se lo scopre è veramente fottuto, è finito, si incazzerà così tanto, ma così tanto, Dio bono, sarà l’Apocalisse, cadranno fulmini, scenderanno le tenebre, per sempre.Non potevamo immaginarlo, ma quello a cui assistemmo quel giorno fu la messa in atto di un piano geniale, una trama ordita da una mente superiore: visto che il Demonio finiva sempre per rispondere alle domande rivolte agli altri due interrogati, la Medusa non aveva mai modo di interrogarlo direttamente, perchè in effetti non ne aveva motivo, doveva cercare piuttosto di far parlare quei due somari, così lui intanto aveva il tempo per guardare sul libro. Il Demonio, quella mattina, in quell’interrogazione, era quello bravo.Aveva calcolato tutto, addirittura aveva avuto la premura di non dare risposte troppo complete, e a ragione, perchè avrebbe destato troppi sospetti. Il Demonio dava risposte esatte alla Medusa, però brevi, scarne; non da bravo studente, ma sicuramente sufficienti.Ad un tratto, la Medusa si impuntò, e contestò una sua risposta."Ecco, adesso lo spazza via dall'esistenza", pensavamo noi.Il Demonio, imperturbabile, insistette (ci credo, l’aveva appena letta sul libro).La Medusa rimase molto sorpresa dalla sua ostinazione: contestò la risposta di nuovo, e di nuovo il Demonio rimase sulle sue posizioni.Noi dai nostri posti avevamo paura di rimanere feriti dalle scintille di quello scontro fra divinità.“Bene, allora controllerò sul libro”, disse lei, stizzita.Prese il libro, e controllò. Ovviamente aveva ragione il Demonio.La Medusa non aveva mai incontrato uno studente che ne sapesse più di lei.Gli disse "bravo, complimenti".Lui, composto, educato e demoniaco, le rispose "grazie molte, professoressa".Alla fine, il Demonio prese un 7, credo l'unico della sua vita. Non lo aveva ottenuto semplicemente con l'inganno: lo aveva ottenuto con un capolavoro.Quella mattina tornò al posto con il suo solito umore, come se non fosse successo nulla. Noi lo guardavamo come si guarda un fenomeno ultraterreno, una manifestazione del divino. Mai interrogazione venne seguita con un tale pathos emotivo.Per questa storia, la gente ancora lo ricorda, ogni tanto per le strade si racconta del pazzo prodigioso, che andava all'interrogazione della Medusa e leggeva dal libro senza farsi scoprire. Gli altri studenti della Medusa, quelli degli anni precedenti, quando sentono questa storia si rifiutano di crederci. All'Itis High School potevi trovare davvero di tutto, dicono, ma questo, dai, è troppo.Io li capisco, davvero, perchè se non lo hai visto non ci puoi credere.Tempo fa l’ho incontrato di nuovo, il mio amico Demonio, in una cena di classe.In dieci anni non è cambiato di una virgola, non è invecchiato, non ha perso un capello, ha sempre la stessa faccia da scemo, è sempre folle.Gli ho chiesto come gli va la vita. Lui mi ha dato tre risposte una più preoccupante dell'altra.La prima, è che ha un porto d'armi.La seconda, è che ha una ragazza.La terza, è che fa il volontario con la Protezione Civile; dà una mano ai terremotati in Abruzzo.A quel punto gli ho chiesto se, con l'occasione, per caso aveva ripreso quel suo vecchio hobby di saldare le porte dei container con i terremotati dentro.Ancora oggi porto con me la sua risposta demoniaca, e il suo sorriso da scemo."Eh eh... ero un bel tipetto, eh?".

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