©2014 Fulvio Bortolozzo.
Oggi il fotografo restringe il suo campo d'azione alla sfera delle esperienze e delle sensazioni personali, con le quali solamente può avere un rapporto di "verità". (...) Per cercare di visualizzare i dati di un'esperienza che consiste spesso in un dialogo silenzioso con le cose circostanti, fino a sfiorare stati di assorta meditazione, il fotografo contemporaneo finisce per creare un'immagine emblematica dell'ambiente.(...) L'ambiente viene "messo a nudo" sia per una stringente necessità morale di chiarificazione del proprio essere ed esistere nella realtà attuale (...) sia per un'adeguata tendenza formale a spogliare l'immagine da elementi visivi troppo accentratori o di facile effetto visivo. Il concetto di nudità (...) deve essere cioè inteso nel senso della rinuncia alla spettacolarità e all'esotismo, e ai sistemi di segni visivi che hanno perpetuato molte concezioni fuorvianti della realtà ambientale; non solo, ma rinuncia al concetto illusorio di documentazione e archiviazione dell'ambiente. L'ambiente è una realtà mobile, troppo viva per essere "documentata".
Roberto Salbitani
Da Testo elaborato successivamente a un'intervista iniziata nel 2008 e mai conclusasi di Fausto Raschiatore e Roberto Salbitani.
Pubblicato in Roberto Salbitani, Storie di un viaggiatore a cura di Roberta Valtorta, Postcart, 2013.