Ad un’asta di Sotheby’s ad Hong Kong, è stato aggiudicato questo favoloso diamante rosa “fancy vivid” di 8,41 carati.
Nulla certo a confronto del Pink Star con i suoi 59,60 carati, ancora custodito dalla già citata casa d’aste del Regno Unito, stimato 72 milioni di dollari, prezzo corrispondente alla precedente aggiudicazione.
Ma di certo il “fancy vivid” presenta una luce ed una purezza unici nel suo genere, del valore di 17,78 milioni di dollari statunitensi.
Sempre ad Hong Kong giusto un anno fa era stato venduto un diamante bianco, taglio uovo, di più di 118 carati, a 30,6 milioni di dollari. Sempre reso noto dalla londinese Sotheby’s si trattava di un diamante classificato di grado D, estratto nel 2011 nel sud dell’Africa.
Ma come si valuta un diamante?
La purezza viene definita in scala, da una base Top Crystal I, salendo poi a Wesselton H, Top Wesselton G, Top Wesselton F, River E, fino ad arrivare alla più pura classificazione: River D.
Il taglio, la proporzione e la simmetria vengono successivamente giudicati come “Good” o “Very Good”.
E in fine ci sono i carati, ovvero l’unità con cui si pesano i diamanti, che equivale a 0,20 grammi.
Tutti questi elementi vengono untiti nella fase di quotazione dei diamanti, che può essere effettuata solo da esperti. Non pensiate che i carati siano tutto, la classificazione della purezza peserà altrettanto nella quotazione finale.
Un ultima indicazione molto importante è il rispetto delle 4 risoluzioni ONU, che ne garantiscono la provenienza totalmente legittima, ed il rispetto del “Best Diamond Trade Practice” contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
In conclusione, che sia montata su anello, orecchino, pendente o sciolta, il valore di questa pietra non ha tempo e da molti viene considerato propriamente come un investimento. Sempre con il suo certificato di garanzia universale, un diamante è per sempre, o almeno finché non viene messo all’asta.