Inizia il quattro dicembre del 2013 all'ospedale Sandro Pertini di Roma questa storia di
scambio di embrioni tra due coppie romaneAnna racconta, attraverso il suo avvocato, Michele Ambrosini: "Questi bambini vivono dentro di me, li ho sentiti battere sul mio cuore, crescono e sono sani.
Di Lia sappiamo invece che non ce l'ha fatta. Ha avuto un aborto spontaneo. Forse, se a Lia fossero stati impiantati i suoi embrioni e non quelli di Anna, oggi sarebbe lei in attesa di due gemelli. E dunque futura madre ( ???).
Racconta Michele Ambrosini, difensore di Anna e Luca. "Quando sono arrivati nel mio studio erano sconvolti. Portavano tra le mani i risultati della villocentesi, in cui c'era scritto che quei due gemelli che stavano aspettando, e che aspettano tutt'ora, non avevano nulla del loro patrimonio genetico... Mi hanno chiesto di tutelarli, lei è provata, soffre, "Avvocato, cosa posso fare adesso? Questi bambini li ho sentiti dentro di me". Ha deciso di portare avanti la gravidanza, Chi è oggi Anna, si chiede infatti l'avvocato Ambrosini, "una futura madre o un utero in affitto, coartatamente in affitto, e che cosa succederà dopo, quando Anna avrà messo al mondo i due gemelli che ha in grembo? ".
C'è chi avanza, come il genetista Giuseppe Novelli, membro della commissione d'inchiesta, uno scambio non di provette, ma di referti, avvenuto durante la villocentesi. Insomma ad Anna sarebbe stato semplicemente consegnato un referto sbagliato e i due gemelli sarebbero biologicamente suoi.
Leggendo di questo fatto, che nulla toglie a mio pare, alla necessità che in Italia venga confermata la Legge40, non ho potuto fare a meno di cercare di mettermi nei panni di queste due donne che hanno da anni il desiderio di diventare madri, anche a costo di affrontare vie incerte e difficili proposte dalla scienza.
Non mi è stato difficile arrivare ad una conclusione che, a mio avviso è l'unica possibile.
Anna, suo malgrado, sta prestando il proprio utero a due 'esseri innocenti venuti dal freddo', che non hanno niente in comune ne' con lei, ne' con suo marito . Il destino ha giocato uno dei suoi scherzi e, poichè lei si è giustamente rifiutata di abortire, dovrebbe vivere questi ultimi mesi di attesa cercando d'immedesimarsi in una sorta d'icubatrice che, pur vivendo coscientemente in simbiosi con questi due bimbi, sa bene che non sono suoi e che, venuti alla luce, dovebbe consegnare ai legittimi genitori; nè potrebbe pensare di separare i due nascituri dai genitori naturali.
Io penso che da una situazione tanto strana potrebbe nascere, tra queste due famiglie, un legame unico e prezioso, oltre ad un albero genealogico estremamente "vitale".
Questo è ciò che farei io, senza alcun dubbio, e m'interesserebbe sapere la vostra opinione.
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