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Un drago rosso si aggira per il mondo!

Creato il 14 aprile 2011 da Socialmediares

La Cina è destinata ad assumere un ruolo fondamentale nel futuro del Pianeta come potenza economica e politica. Il suo peso sarà sempre maggiore negli equilibri mondiali ed insieme alle altre grandi potenze emergenti occuperà la posizione che fino a questo momento è stata riservata agli USA.

La Cina cresce “al tasso medio annuo del suo Pil pari al 10%” , “USA e Gran Bretagna sono in bancarotta” e non è da escludere un conflitto armato che riporti l’equilibrio (?!) nel mondo (http://www.giuliettochiesa.it/).

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Il 1° ottobre 1949 in Cina venne proclamata la Repubblica Nazionale Cinese di Mao e questa data segna un momento fondamentale nella Storia del Paese. Quarant’anni dopo, nel 1989 uno studente cinese blocca i cari armati in marcia contro i manifestanti in lotta per la democrazie e ancora oggi il governo cinese si rifiuta di ammettere quante furono le vittime civili e di consentire ai propri cittadini di esprimersi liberamente sull’ accaduto.

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Attraverso le alterne vicende che da quegli anni in poi coinvolsero la Cina in una serie di profonde trasformazioni si giunge fino al 2007 quando il parlamento ha votato una legge che consente la proprietà privata a tutti i cittadini. Oggi la Cina è una potenza economica in crescita che ha un notevole potere contrattuale verso il resto del mondo.

Nel 2010 il cinese Liu Xiaobo è stato insignito del Premio Nobel per la Pace ma non era presente alla cerimonia di premiazione perché incarcerato dalle autorità di Pechino come dissidente per “incitamento alla sovversione” mentre la moglie è stata posta agli arresti domiciliari perché non si recasse a Oslo a ritirare il premio.

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Nell’agosto 2008 la città di Pechino è stata sede dei Giochi Olimpici e questo evento ha rappresentato un’occasione per esercitare forti pressioni sulla Cina in tema di rispetto per i diritti umani.

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Nello spot dei giochi olimpici uomini e donne di tutte le nazionalità vengono incitati alla vittoria in virtù delle loro eroiche capacità sportive. Perché gli eroi della libertà in Cina sono rinchiusi in carcere e condannati a morte?

Sono 4 i temi principali della Campagna sostenuta da Amnesty International in occasione dei Giochi Olimpici 2008:

Stop alla “rieducazione attraverso il lavoro” e ad altre forme di detenzione amministrativa!

No alla pena di morte, contraria ai “principi fondamentali dell’olimpismo”!

Fine della censura su Internet e sui mezzi d’informazione!

Libertà per i difensori dei diritti umani di condurre le loro attività pacifiche!

(http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/19)

Nell’antichità si tennero 292 edizioni dei Giochi Olimpici (dal 767 a.C. al 393 d.C.) e durante il loro svolgimento si sospendevano tutte le ostilità. I vincitori diventavano “divinità nazionali” e venivano celebrati come eroi.

In senso più alto l’eroe è colui che compie un gesto di enorme generosità verso la comunità anche a costo della propria vita, i veri eroi in Cina  sono coloro che per dire la verità rischiano la vita e lo spot sui giocatori olimpici come eroi in qualche modo appare ridicolo se si considera il sacrificio di chi lotta per la libertà. Il fatto che i Giochi Olimpici abbiano costituito un’occasione per sollecitare la Cina al rispetto dei diritti umani resta comunque un fatto positivo al di là di questo singolo spot.

Il ruolo che la Cina verrà ad assumere nello scacchiere del mondo sembra però metterla al riparo da ulteriori pressioni tant’è vero che le autorità cinesi  hanno risposto con queste parole alle pressioni esercitate dagli USA: “Siamo fermamente contrari a qualsiasi dichiarazione o atto che possa interferire con gli affari interni degli altri Paesi, tirando in ballo i diritti umani, la religione o altri temi” e ancora “”il governo cinese pone la sua popolazione in cima alle sue attenzioni, e si impegna a mantenere e promuovere la libertà e i diritti fondamentali dei suoi cittadini”.

(http://it.peacereporter.net/articolo/11880/Olimpiadi,+la+Cina+respinge+le+critiche+di+Bush%3A+”Affari+interni”)

L’evento è stato accompagnato dalla richiesta da parte di tutto il mondo del rispetto dei diritti umani da parte del colosso cinese.

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Non esistono infatti statistiche nazionali relative alle condanne a morte da parte del Governo cinese  che non garantisce ai propri cittadini libertà di espressione e il diritto a difendersi.

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La Cina ha manifestato la propria carica repressiva nei confronti del Tibet, a partire dalla sua invasione (1949-1950) impedendo la libertà di espressione culturale e religiosa ai monaci tibetani.

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http://www.sindromedistendhal.com/index.htm

La situazione in Tibet è molto complessa e il ruolo della Cina è legato anche in questo caso alla repressione della libertà di espressione.

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Quest’immagine è stata ideata da Reporter senza frontiere come forma di protesta contro la violazione dei diritti umani in Cina.

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Fin dal lontano 1949, anno di proclamazione della Repubblica Popolare Cinese, la Cina ha agito in modo da sottoporre progressivamente il territorio tibetano, molto ricco di materie prime, alla propria influenza. L’autorità del Dalai Lama è stata messa in discussione tanto da comportare l’esilio dello stesso leader spirituale buddista che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace e nel marzo di quest’anno ha dichiarato di essere disposto a dare le proprie dimissioni da capo del governo tibetano in esilio in favore di un capo eletto dal popolo.

Risale al mese di marzo 2011 il suicidio di un monaco tibetano (monastero di Kirti) che si è dato fuoco per ricordare la repressione della protesta dei monaci tibetano nel 2008 che ha causato la morte di molti di essi. L’occasione per la repressione è stata data al governo cinese dalla ricorrenza del 49* anniversario dell’insurrezione tibetana del 1959.

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La bandiera tibetana è proibita in Cina da pene molto severe per l’accusa di separatismo e la grande potenza impiega molte energie nella repressione della cultura tibetana, lo stesso monastero di Kirti, dove il giovane monaco si è tolto la vita è stato posto sotto assedio militare.

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Questa foto è stata scattata durante le proteste in Tibet nel marzo 2008 in commemorazione della repressione cinese del 1959 e quella mano insanguinata è un monito al Drago Rosso sui tributi di sangue cui rischia di sottoporre coloro che mettono in dubbio il suo potere trasformandole in sue vittime.

Marta Gabriel



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